PsicogeografiaLa psicogeografia è una metodologia d'indagine dello spazio urbano creata nei primi anni cinquanta dal movimento di avanguardia artistica dei lettristi. Tra psiche e ambienteNel primo numero del bollettino dell'Internazionale Situazionista, pubblicato nel 1958, la psicogeografia viene definita "Studio degli effetti precisi dell'ambiente geografico, disposto coscientemente o meno, che agisce direttamente sul comportamento affettivo degli individui". In questo senso la psicogeografia si inserisce nel filone del determinismo ambientale, che era nato già con Friedrich Ratzel a metà Ottocento, per cui le relazioni tra ambiente e natura sono considerate e analizzate in maniera univoca, ovvero dalla natura/architettura all'uomo e non viceversa. Tale metodologia conduce ad una visione aspramente critica dell'utilizzo e dello sviluppo degli ambienti urbani, che vengono considerati una forma di coercizione da parte della classe dominante nei confronti dei cittadini. L'idea promossa da questa teoria è dunque la decostruzione degli spazi urbani e la costruzione di nuovi, le cui caratteristiche principali siano breve durata, mutazione permanente e mobilità. La psicogeografia studia dunque le correlazioni tra psiche e ambiente, assumendo caratteri sovversivi nei confronti della geografia classica e ponendo al centro dei suoi scopi la ri-definizione creativa degli spazi urbani. La psicogeografia è un gioco e allo stesso tempo un metodo efficace per determinare le forme più adatte di decostruzione di una particolare zona metropolitana. La tecnica dell'esplorazione psicogeografica è la deriva, che indica un passaggio improvviso attraverso ambienti diversi. Guy Debord ha suggerito alcune indicazioni per mettere in pratica una deriva psicogeografica: «Per fare una deriva, andate in giro a piedi senza meta od orario. Scegliete man mano il percorso non in base a ciò che sapete, ma in base a ciò che vedete intorno. Dovete essere straniati e guardare ogni cosa come se fosse la prima volta. Un modo per agevolarlo è camminare con passo cadenzato e sguardo leggermente inclinato verso l'alto, in modo da portare al centro del campo visivo l'architettura e lasciare il piano stradale al margine inferiore della vista. Dovete percepire lo spazio come un insieme unitario e lasciarvi attrarre dai particolari.[3]» Note
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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