La prima menzione certa del dipinto risale al 1668, quando venne inventariato tra i beni del collezionista Pieter Stevans di Anversa con titolo Le Monde reversé, représenté par plusieurs proverbes et Moralités; passato a una collezione privata inglese, nel 1914 venne acquistato dal museo di Berlino.
Descrizione
Il tema della rappresentazione moraleggiante dei vari proverbi popolari della cultura fiamminga era già stato praticato da Bosch (come nelle scenette della tavola dei Sette peccati capitali) o dallo stesso Bruegel (Dodici proverbi), ma mai così tanti episodi, circa 120, erano stati radunati in un'unica ambientazione. Con la precisione del cartografo, Bruegel compose le varie scene in un vero e proprio "paese dei proverbi", dove le varie attività umane rispecchiano una serie di azioni legate a una riflessione sulla follia e i vizi. Ma gli intenti dell'artista non dovevano essere esclusivamente negativi, come critica della società, ma anzi era un omaggio e un riconoscimento all'immediatezza, l'ironia e la ricchezza della saggezza popolare.
Come fonte il maestro dovette consultare gli Adagia Collectanea, repertorio di circa 800 detti popolari pubblicato nel 1500 da Erasmo da Rotterdam, in cui si parla del precario equilibrio degli uomini fra saggezza e follia.
I proverbi
Seguendo l'illustrazione numerata si possono elencare almeno 80 scene principali, spesso affiancate a ulteriori modi di dire collegati.
01-18
Numero
Img
Proverbio
Spiegazione
Versione italiana
01
Riuscire a legare il diavolo ad un cuscino
Con la caparbietà si può raggiungere qualsiasi risultato
Chi la dura, la vince
02
Mordere la colonna
Praticare la religione con ipocrisia
Essere un baciapile
03
Portare con una mano il fuoco e con l'altra l'acqua
Avere un doppio atteggiamento ipocrita
Avere una doppia faccia
04
Sbattere la testa contro il muro
Essere causa dei propri guai, oppure cercare di ottenere l'impossibile
essere di coccio o testardi come muli
04
Avere un piede calzato e uno scalzo
Non avere equilibrio nella vita
non esiste o non è un proverbio famoso
05
Tosali ma non li spellare
Non approfittarsi troppo del proprio vantaggio
prendere il braccio intero quando ti danno un dito o una mano
06
Uno tosa una pecora, l'altro un maiale
Avere tutto il vantaggio a discapito di qualcun altro
Avere il coltello dalla parte del manico, o Piovere sempre sul bagnato
Arrivare troppo tardi per cena e non trovare più cibo
31
Appendere fuori le forbici
Essere responsabili di un imbroglio
31
Rosicare sempre lo stesso osso
Parlare sempre dello stesso argomento
32
Testare il culo delle galline (per vedere se hanno uova)
Far conto di cose che ancora non ci sono
Vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso; Non dire quattro se non l'hai nel sacco
33
Cantare con due bocche
Essere ipocriti non si può nascondere
33
Portar fuori il giorno in un canestro
Sprecare il tempo
Menare il can per l'aia
34
Accendere un cero al diavolo
Adulare, farsi amico chiunque
Accendere un cero a Gesù ed uno al diavolo
35
Confessarsi al diavolo
Rivelare segreti al nemico
35
Soffiare nelle orecchie
Spargere pettegolezzi
36
La volpe e la gru si intrattengono a vicenda
Due imbroglioni si sostengono a vicenda (l'illustrazione ritrae una favola di Fedro: "uulpis et ciconia", dove la cicogna rende pan per focaccia alla volpe).
essere come il gatto e la volpe
36
A che serve un bel piatto se non contiene niente?
Non va confusa la bellezza con la sostanza
Tanto fumo e poco arrosto
36
Segnare col gesso
Cercare di ricordare qualcosa
Fare un nodo al fazzoletto
36
Essere una schiumarola
Essere un parassita o uno scroccone
37
Pescare senza rete
Approfittarsi del lavoro degli altri
38
La carne allo spiedo deve essere guardata
Certe cose richiedono un'attenzione costante
38
Lo spiedo non gira con lui
Non è cooperativo
38
Sedere sui carboni ardenti
Essere impaziente
Stare sui carboni ardenti; Essere sui carboni ardenti; Stare sulle spine; Essere sulle spine
39-49
Numero
Img
Proverbio
Spiegazione
Versione italiana
39
Contenere più di un'aringa vuota
C'è più di quello che si vede
L'abito non fa il monaco; le apparenze ingannano
39
L'aringa sta appesa per le proprie branchie
Si deve accettare la responsabilità delle proprie azioni
Se un cieco guida un altro cieco entrambi cadranno nel fosso
Non si deve usare come guida chi è ignorante come noi
quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso (Matteo 15:14[4]). Vedi anche il dipinto di Pieter Bruegel il Vecchio Parabola dei ciechi (1568)
76
Il viaggio non è finito finché si scorge la chiesa e il campanile
Non si devono abbandonare i compiti finché non sono interamente completati
Non sono il guardiano, lascio le oche fare le oche
Non impicciarsi in cose che non ci riguardano
79
Cacare sulla forca
Non temere nessuna pena
80
La carcassa è dove volano i corvi
Se l'evidenza punta a qualcosa è facile che sia la verità
Non c'è fumo senza arrosto
Stile
Nell'intera composizione risaltano soprattutto i colori rosso e blu, che evidenziano i vizi peggiori e le scelte meno razionali. Il rosso rappresenta infatti il peccato mentre l'azzurro l'inganno oppure la follia.
La maggior parte dei personaggi ha quell'espressione attonita, senza vita, che si ritrova anche in altre opere dell'artista. L'orchestrazione spaziale è condotta con maestria anche grazie all'uso del colore, che schiarisce all'allontanarsi dei piani, per effetto della foschia, come si vede nell'apertura marina in alto a destra.