Primiano di CartaginePrimiano (in latino Primianus; fl. 391–411) fu vescovo di Cartagine e capo del movimento donatista nell'Africa settentrionale romana. Considerato un moderato da alcuni della sua fazione, fu una figura controversa in un periodo di frammentazione dei Donatisti. BiografiaEra vescovo di Cartagine e quindi il capo del movimento donatista nell'Africa settentrionale romana.[1] Era succeduto a Parmeniano come vescovo nel 391 circa,[2] vincendo una combattuta elezione per il ruolo.[3] Il suo rivale, Massimiano, parente del fondatore del movimento, lo vedeva come un lassista e conformista. La rivalità non si esaurì con l'elezione. Nel 393 Massimiano convocò un concilio in cui quaranta dei sessantacinque vescovi donatisti si schierarono con Massimiano a scapito di Primiano,[4] provocando una spaccatura nelle file donatiste.[5] Tre anni di processi nei tribunali civili romani videro Primiano riprendere le basiliche di Musti, Assuras e Membressa in mano a Massimiano.[4] Alcuni vescovi si separarono da Primiano per seguire Massimiano, formando un proprio scisma di breve durata. Primiano partecipò al Concilio di Bagai, durante il quale si dice che abbia deriso i suoi avversari.[6] Partecipò anche alla conferenza di Cartagine del 411,[7] dove fece un commento condannando le azioni di Cipriano, il vescovo donatista di Tubursico, per immoralità.[8] Note
Bibliografia
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