Prima legge di Gay-LussacLa prima legge di Gay-Lussac, all'estero meglio nota come legge di Charles o come legge di Charles-Volta-Gay-Lussac (legge di trasformazione isobarica), afferma che in una trasformazione isobarica, ovvero in condizioni di pressione e quantità di sostanza costanti, il volume di un gas ideale è direttamente proporzionale alla temperatura assoluta. La legge prende il nome dal chimico-fisico francese Joseph Louis Gay-Lussac, che la formulò nel 1802, anche se il francese Jacques Charles aveva scoperto la legge una quindicina d'anni prima, senza tuttavia pubblicare i risultati delle sue ricerche[1], così come il fisico italiano Alessandro Volta, che nel 1791 compì analoghe ricerche sulla dilatazione dei gas, anticipando anch'egli i risultati di Gay-Lussac.[2] Anche l'inglese Francis Hauksbee era pervenuto allo stesso risultato già nel 1708, senza tuttavia fornirne una formulazione matematica rigorosa. Formulazione matematica e conseguenze fisicheIndicando con il volume di una quantità fissata di gas alla temperatura di e con il suo volume alla temperatura (misurata in gradi Celsius), la legge è espressa matematicamente dalla relazione:[3] Il parametro è detto coefficiente di dilatazione termica e ha le dimensioni dell'inverso della temperatura perché il prodotto è adimensionale. Per un gas ideale vale circa , pari a circa . Raccogliendo a fattor comune la costante si ottiene: , dove indica la temperatura assoluta. La prima legge di Gay Lussac prende quindi la forma più semplice: , che si può definire così: «Per ogni determinata quantità di sostanza e a pressione costante, il volume di un gas è direttamente proporzionale alla sua temperatura assoluta» La legge prevede che un gas ideale abbia volume nullo in corrispondenza della temperatura , detta zero assoluto. Tutti i gas reali si liquefanno prima di giungere a tale temperatura: a l'azoto, a l'idrogeno. L'elio liquefà a e segue la legge di Gay-Lussac più o meno fino a quella temperatura. La prima legge di Gay Lussac è sperimentalmente verificata per pressioni non troppo elevate e per temperature non troppo prossime a quella di liquefazione del gas, ovvero quando il gas si comporta quasi come un gas ideale. In tal senso, essa è una "legge limite", essendo vera solo per condizioni che si avvicinano alla condizione (limite) di un gas ideale (al quale si avvicinano tutti i gas a pressioni molto basse e temperature molto alte). Note
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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