Poesia senza fine
Poesia senza fine (Poesía sin fin) è un film del 2016 diretto da Alejandro Jodorowsky. TramaTratto dal libro autobiografico del 2001 La danza della realtà[1], Poesia senza fine è ambientato, a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta, in un Cile surrealista che Jodorosky racconta come il paese dove si viveva poeticamente come in nessun'altra parte del mondo[2]. Il film, che Marzia Gandoldi definisce opera immensa, audace, generosa che commuove coi suoi trucchi naif e l'emozione che li muove[3] fa parte di una trilogia cinematografica autobiografica. Il racconto della vita di Alejandro parte dal film La danza della realtà (2013) e si conclude nel 2019 col docufilm Psicomagia, un'arte che guarisce dove Jodorowsky connette l'arte alla psicoterapia descrivendo, con una serie di esempi clinico-narrativi, il suo rivoluzionario e controverso metodo terapeutico[4]. Il regista supera, ma non ignora, la psicoanalisi tradizionale e basa la sua psicomagia sulla prescrizione di azioni poetiche e simboliche che il consultante esegue da solo, nella realtà[5]. Dal punto di vista della sceneggiatura, Poesia senza fine racconta la complicità avanguardistica del giovane Alejandro col poeta coetaneo Enrique Lihn, l'opposizione all'accademia, la preistoria degli happening e soprattutto il conflitto, più culturale e morale che edipico, con un padre commerciante, filo-comunista e grottescamente materialista. Una storia per guarirePoesia senza fine mostra con momenti coreografici e musicali ingegnosi, esaltati da un grande direttore della fotografia come Christopher Doyle, i primi passi che Jodorowsky, ragazzo, muove verso la sua libertà artistica e umana, con la determinazione e il coraggio che i suoi futuri atti poetico/psicomagici, metteranno a disposizione degli spettatori fuori della sala cinematografica. Nonostante la crudezza di molte sue immagini, film raconta la visione del mondo di Jodorosky: Mi piace l'arte utile per guarire... mi piace tutto ciò che provoca il sorriso[6]. CastingIn una specie di auto-psicoterapia della famiglia, Jodorosky chiama il figlio Adan nel ruolo di Alejandro stesso e il figlio Brontis in quello di suo padre Jaime e del dittatore cileno Ibáñez. Il soprano Pamela Flores, di stazza boteriana, interpreta la madre di Jodorowsky Sara, che si esprime cantando e gioca col figlio una scena di eccezionale e tenera complicità. La Flores incarna anche la prima amante di Alejandro, la poetessa Stella Díaz Varín dispotica ed eroticamente inaccessibile, tramite col poeta anticonformista e anti-Neruda Nicanor Parra che incoraggia il ragazzo a lasciare per sempre il Cile per cercare Breton e il surrealismo a Parigi. Note
Voci correlateCollegamenti esterni
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