Di origine e formazione lombarda, Pietro de Bonitate si perfezionò presso la bottega di Francesco Laurana, scultore di origine dalmata che introdusse le forme rinascimentali in Sicilia e del quale Pietro subì l'influenza, così come altri seguaci e aiuti della bottega.
Di Laurana fu assistente e socio, probabilmente fino al 1471 quando Laurana si trasferì da Palermo a Napoli. Insieme furono attivi principalmente a Palermo, pur lavorando anche in altri centri della Sicilia.
Tra il 1467 e il 1468, prima di stabilirsi a Palermo, i due aprirono per breve tempo una bottega a Sciacca[1], da cui furono però costretti ad allontanarsi a causa di vessazioni e offese subite[2].
Giunti a Palermo, tra il 1468 e il 1469 realizzarono per una famiglia di commercianti lombardi l'arco d'ingresso della Cappella Mastrantonio nella Chiesa di San Francesco d'Assisi[3]. L'opera è cruciale per quel che riguarda l'introduzione della cultura rinascimentale in Sicilia, non solo nella scultura ma anche nell'architettura[4].
Dopo la partenza di Laurana la produzione di Pietro de Bonitate alternò realizzazioni in cui è chiaramente riconoscibile lo stile lauranesco con altre in cui il compromesso con la tradizione tardogotica siciliana è più evidente.
Tra il 1464 e il 1477 realizzò il Cristo che incorona la Vergine, una delle sculture principali del portale maggiore del Duomo di Messina[5].
Nel 1483 i mercanti stranieri che risiedevano a Palermo gli commissionarono una scultura del Genio di Palermo (il Genio del Garraffo) per una fontana da collocare nella piazzetta del Garraffo alla Vucciria in segno di gratitudine verso la città che li aveva accolti. L'opera è una delle rappresentazioni più note del Genio di Palermo, antico nume tutelare e simbolo della città.
Nel 1487 il suo nome compare al secondo posto, dopo quello di Domenico Gagini, nello statuto dei Marmorari e Fabbricatori[6].
Statua della Madonna della Provvidenza (o Madonna del Melograno), realizzata in marmo alabastrino, risalente alla fine del XV secolo; presso il Museo d'arte sacra di Alcamo.
Cristo che incorona la Vergine (1464-1477) un tondo nella cuspide del portale del Duomo di Messina[9].
Genio del Garraffo o Palermu lu Grandi (circa 1483), scultura in marmo di Carrara, piazzetta del Garraffo, Vucciria, Palermo. L'opera è una delle sei rappresentazioni scultoree del Genio di Palermo. Nel 1698 è stata collocata in un'edicola muraria sul fronte ovest della piazzetta.
Portale della chiesa di Santa Margherita, Sciacca. Opera realizzata su disegno di Francesco Laurana[13].
Attribuzioni controverse
In passato gli era stata attribuita l'esecuzione (in collaborazione con Francesco Laurana) della Tomba di Atanasio (o Antonello) Speciale, figlio del viceré Pietro Speciale, nella Chiesa di San Francesco a Palermo. Attualmente la scultura è attribuita a Domenico Gagini.
^ Maria Concetta Gulisano, Madonna in trono entro un'edicola, su SalvarePalermo.it, 1º gennaio 2001. URL consultato il 5 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2013).
^Giuditta Fanelli, L'architettura siciliana tra Medio Evo ed età Moderna,in "Mediterranea. Ricerche storiche", Anno IV, n. 10, Agosto 2007.
^Pagine 43 - 45, Gioacchino di Marzo (Conte Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana Lazelada di Bereguardo), "I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI; memorie storiche e documenti." [1], Volumi I e II, Stamperia del Giornale di Sicilia, Palermo.