Pietro da PrezzaPietro da Prezza (Petrus de Prece, Petrus de Precio; fl. XIII secolo) è stato un notaio italiano e dictator della cancelleria di Federico II e poi di Corradino di Svevia, è fra i maggiori rappresentanti dell’ars dictaminis del XIII secolo in Italia. BiografiaQualche sporadica notizia biografica è ricavabile dalla collezione di lettere a lui attribuite: sappiamo con certezza che fu fatto prigioniero a Parma, nel 1248, probabilmente a seguito della sconfitta lì subita da Federico II per mano delle truppe comunali, e che dopo la battaglia di Tagliacozzo riuscì a mettersi in salvo, offrendo il suo magistero all’ars dictaminis probabilmente a Pavia o Piacenza, o forse addirittura a Praga. Un gruppo di codici, soprattutto di area tedesca e boema, ci trasmette una nutrita raccolta di scritti di natura per lo più epistolare: documenti redatti per la cancelleria di Corradino[1]; uno speculum principis, indirizzato al giovane sovrano; la celebre Protestatio Conradini[2]; infine, l’Adhortatio,[3] una feroce invettiva contro Carlo d’Angiò scritta all’indomani della decapitazione di Corradino, con la quale Pietro incitava il margravio Federico di Meissen a vendicare l’ingiusta morte del giovane re e a riprendere in mano le redini del Regno.[4] Più di una perplessità suscita invece l’attribuzione a Pietro – come qualcuno ha suggerito – del manifesto di Manfredi ai Romani (1265). Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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