La Phonocolor fu una casa discografica italiana attiva negli anni cinquanta e sessanta.
Storia della Phonocolor
La Phonocolor fu fondata alla fine del 1959 da Natale Sciascia, già titolare del gruppo editoriale Cellograf-Simp. Gli studi e gli uffici vennero ubicati presso la stessa Cellograf, che era proprietaria e distributrice della neonata casa discografica.
Come direttore artistico venne chiamato il maestro Gino Mescoli, che riuscì ad ottenere un buon successo lanciando cantanti come John Foster (pseudonimo del giornalista Paolo Occhipinti) e Lucia Altieri.
Dopo la fondazione della Style, alla fine del 1962, la Phonocolor cessò l'attività. Per motivi commerciali e contrattuali, dischi marchiati Phonocolor continuarono ad essere pubblicati fino al 1972[1].
La Phonocolor comprese l'importanza, per il mercato italiano, dell'inserimento dei dischi all'interno dei juke boxes; prima ancora della creazione dei dischi da juke box (con canzoni di artisti diversi nei due lati), l'azienda trovò una soluzione di compromesso per incentivare gli esercenti; alcune delle copertine dei dischi in vendita erano dotate di un tagliando con i dati dell'artista e delle canzoni, da separare ed inserire con tag nei juke box.
La sede della Phonocolor - cui subentrò la Style - era in via Maffucci 18 a Milano; in seguito la struttura è stata abbattuta per far spazio ad edifici residenziali.
I dischi pubblicati
33 giri
EP
45 giri
45 giri - Fiabe
Note
- ^ Phonocolor, su Discogs. URL consultato il 5 febbraio 2018.
Bibliografia
- Mario De Luigi, L'industria discografica in Italia, edizioni Lato Side, Roma, 1982
- Mario De Luigi, Storia dell'industria fonografica in Italia, edizioni Musica e Dischi, Milano, 2008
Voci correlate