Partito Comunista d'India

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Partito Comunista d'India
(EN) Communist Party of India
Simbolo elettorale
SegretarioDoraisamy Raja[1]
StatoIndia (bandiera) India
SedeAjoy Bhavan, Indrajit Gupta Marg, Nuova Delhi, India-110002
AbbreviazioneCPI
Fondazione26 dicembre 1925
IdeologiaComunismo
Marxismo-Leninismo
CollocazioneSinistra[2]
CoalizioneAlleanza Progressista Unita
(2004-2008)
Fronte di Sinistra
Fronte di Sinistra (Tripura)
Fronte Democratico di Sinistra
Alleanza Democratica del Punjab
Affiliazione internazionaleIncontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai
Seggi Lok Sabha
2 / 545
Seggi Rajya Sabha
1 / 245
TestataNew Age (inglese)
Mukti Sangharsh (hindi)
Janayugom (malayalam)
Organizzazione giovanileAll India Youth Federation
Sito webcommunistparty.in
Bandiera del partito

Il Partito Comunista d'India (in inglese Communist Party of India, CPI) è un partito politico indiano di orientamento comunista il cui attuale segretario generale è Doraisamy Raja.

Il partito fu fondato a Kanpur il 26 dicembre 1925 da un gruppo di giovani ispirati dall'esempio della rivoluzione d'ottobre e sulla scia del movimento di non cooperazione promosso da Gandhi in quegli anni.[3]

Tra i fondatori ci furono Manabendra Nath Roy, membro del Comintern in Bengala che fece leva sull'ammirazione di alcuni per la lotta di classe, e Shripat Amrit Dange, bramino e autore del pamphlet intitolato Gandhi e Lenin nel quale sosteneva che tra i due era Lenin l'esempio da seguire per l'umanità oppressa.

Il CPI però non divenne mai un concorrente serio del Partito del Congresso Indiano, probabilmente in parte per il carattere della lotta gandhiana e in parte per il profondo sentimento religioso degli indiani.[4]

Nel 1964 una scissione ha portato alla nascita del Partito Comunista d'India (Marxista).

Note

  1. ^ (EN) D. Raja takes over as CPI general secretary, 21 luglio 2019. URL consultato il 13 agosto 2019.
  2. ^ https://thewire.in/rights/manipur-arrests-cpi-secretary-caa-protests
  3. ^ (EN) Brief history of the CPI [collegamento interrotto], su cpikeralaconference.com. URL consultato il 25-06-2008.
  4. ^ Wolpert, p. 281.

Bibliografia

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