Parco degli Acquedotti
Il parco degli Acquedotti è un parco cittadino di Roma, situato nel Municipio VII, esteso circa 240 ettari[4] e facente parte del Parco regionale dell'Appia antica. Il nome deriva dalla presenza in elevato o sotterranea di sette acquedotti romani e papali che rifornivano l'antica Roma: Anio Vetus (sotterraneo), Marcia, Tepula, Iulia e Felice (sovrapposti), Claudio e Anio Novus (sovrapposti)[5]. In passato l'area era nota come Roma Vecchia dal nome dell'omonimo casale. È compreso tra il quartiere Appio Claudio a nord-est, via delle Capannelle a sud-est e la linea ferroviaria Roma-Cassino-Napoli a ovest. StoriaLa zona, destinata a verde pubblico dal piano regolatore del 1965, negli anni settanta era stata espropriata e liberata dalle baraccopoli, i cosiddetti "borghetti" che si addossavano all'acquedotto Felice e verso i quali si era impegnato don Roberto Sardelli con la "Scuola 725"[6]. Sebbene la sovrintendenza avesse provveduto ai restauri, tutto era rimasto piuttosto abbandonato e nuove costruzioni abusive sorgevano di continuo nell'area. Nel 1986, di fronte allo stato di degrado dell'area e al rischio di speculazione edilizia, alcuni cittadini crearono il Comitato per la salvaguardia del Parco degli Acquedotti e di Roma Vecchia. Grazie anche all'appoggio di alcuni intellettuali, come Lorenzo Quilici, il comitato riuscì nel 1988 a far inserire l'area degli Acquedotti nel Parco regionale dell'Appia antica[3]. Gli ultimi interventi di miglioramento realizzati sono l'eliminazione dei vecchi orti abusivi, il ripristino idrico e paesaggistico della marrana dell'Acqua Mariana e il collegamento ciclo-pedonale con l'area di Tor Fiscale. Il parco è stato utilizzato come set cinematografico per diverse produzioni, tra cui La dolce vita, Mamma Roma, Il marchese del Grillo, La grande bellezza, Totò, Peppino e la... malafemmina e le serie televisive Roma, I Cesaroni e Distretto di Polizia. DescrizioneIl parco rappresenta il residuo di un tratto di Agro Romano che originariamente si estendeva senza interruzioni fino ai Colli Albani, ed è ricco di vegetazione arborea, in particolare i pini. Comprende anche un laghetto che sgorga dall'acquedotto Felice e che dà vita a un corso d'acqua e a una cascata che ricalcano l'antica marrana dell'Acqua Mariana. La vista dal parco spazia verso i Castelli Romani e i quartieri limitrofi, ma subisce il frequente passaggio a bassa quota di aerei in fase di atterraggio al vicino aeroporto di Ciampino. È meta frequente di visitatori e amatori, che possono godere di estesi percorsi in terra battuta per jogging e mountain bike, oltre agli impianti sportivi privati esistenti sull'area dedicati a calcio, calcetto, tennis, rugby e golf. Vi si svolgono ancora attività agricole e di allevamento. Luoghi di interesseNell'area del parco sono presenti numerosi resti archeologici[7], oltre alla chiesa parrocchiale di San Policarpo:
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