Figlio di una lavandaia, Joita Istrate, e di un contrabbandiere greco di Cefalonia. Suo padre, Gherasim Valsamis, venne ucciso dalla guardia costiera mentre Panait Istrati, che non lo incontrò mai, era ancora un bambino. Cresciuto nel villaggio di Baldovinești, dove ha frequentato la scuola elementare, si è poi guadagnato da vivere tra l'altro come apprendista presso un cabarettista, dove ha imparato a parlare greco, e presso una pasticceria albanese. È stato poi venditore ambulante, manovratore, fuochista a bordo di una nave della marina statale romena. Durante questo periodo, è stato un lettore compulsivo e onnivoro, e i suoi viaggi lo hanno portano a Bucarest, a Costantinopoli, al Cairo, a Napoli, a Parigi e a Losanna.
I suoi primi tentativi di pubblicare risalgono al 1907, quando mandò diversi articoli a riviste romeme. Alcune riviste socialiste come "România Muncitoare", "Dimineaţa", "Adevărul", e "Viaţa Socială" accettarono qualche racconto e articoli di critica. Nel 1916, diventò tubercolotico e si rifugiò in un sanatorio svizzero dove conobbe Josué Jéhouda, dal quale imparò il francese e l'amore per i romanzi di Romain Rolland, che fu suo modello e maestro di letteratura. Recuperate le forze, ha poi continuato le sue peregrinazioni in giro per il Mediterraneo e ha cominciato a scrivere in francese. Provò a mandare un suo manoscritto a Rolland, ma non ottenne risposta, poiché lo scrittore francese nel frattempo si era trasferito. Vagò dunque apolide per l'Europa durante la prima guerra mondiale.
Povero, malato e solo, tentò il suicidio a Nizza nel gennaio del 1921. Salvato dalla morte, gli venne trovata addosso una lettera non spedita a Romain Rolland che venne avvertito e gli rispose con una lettera di incoraggiamento, invitandolo a scrivere e a mandargli un suo romanzo. In questo modo pubblicò Kyra Kyralina (1923), Oncle Anghel (1924), Présentation des haïdoucs (1925) e Domnitza de Snagov (1929), romanzi legati nel ciclo Récits d'Adrien Zograffi.
Ammiratore di Christian Georgievič Rakovskij, nel 1927, faceva parte del Partito comunista e visitò Mosca e Kiev insieme allo scrittore greco Nikos Kazantzakis, quindi tornò nuovamente in Unione Sovietica nel 1929. Durante questi soggiorni intuì dietro l'ipocrisia dell'accoglienza dei visitatori stranieri, la vera realtà della vita sotto la dittatura di Stalin, che lo ispirò a scrivere Vers l'autre flamme, confession pour vaincus, un libro in tre volumi scritto in collaborazione con Boris Souvarine e Victor Serge in cui vengono denunciate (sette anni prima di Retour d'URSS di André Gide), l'arbitrarietà e l'intransigenza del regime sovietico.
Seguì una campagna diffamatoria contro di lui da parte degli intellettuali del PCF, prima di tutti da Henri Barbusse. Malato e moralmente indebolito Istrati tornò in Romania, dove visse, tranne qualche stagione a Nizza per cercare di guarire dalla tubercolosi, fino alla morte riscrivendo i suoi romanzi dal francese al romeno. In questi ultimi anni, benché strettamente controllato dalla Siguranța, polizia segreta romena, pubblicò anche articoli di denuncia contro le ingiustizie sociali del suo tempo, per esempio sulla rivista Cruciada Românismului (che era legata a Mihai Stelescu). Morì in un sanatorio di Bucarest nel 1935, accusato dai comunisti d'essere "fascista" e dai fascisti di essere "trotskista" e "cosmopolitista". È sepolto nel cimitero di Bellu.
Figura abbastanza nota della letteraturatra le due guerre, Panait Istrati cadde poi in un oblio quasi totale per diversi decenni. Il suo lavoro venne vietato in Francia durante la seconda guerra mondiale e in Romania durante il regime comunista. Dal 1960 venne riscoperto e gradualmente ristampato in Francia con il nome francesizzato di Panaït Istrati. A Valence dal 1969 vengono pubblicati i Cahiers Panaït Istrati[1]
Kyra Kyralina. I racconti d'Adriano Zograffi, trad. G.F. Cecchini, Firenze: La voce, 1925
Kyra Kyralina, trad. Gino Lupi, Milano: Garzanti, 1947; con una nota di Goffredo Fofi, Milano: Feltrinelli, 1978; trad. rivista da Pino Fiori, ivi, 1996 ISBN 88-07-81038-7
Oncle Anghel, 1924
Présentation des haïdoucs, 1925
Les Chardons du Baragan, 1928
I cardi del Baragan, a cura di Gianni Schilardi, Lecce: Argo, 2004 ISBN 88-8234-316-2
Domnitza de Snagov, 1926
Infanzia di Adrien Zograffi
Codine
Il bruto, trad. e postfazione di Goffredo Fofi, Roma: e/o, 1998 ISBN 88-7641-355-3
Mikhaïl
Mes départs, 1928
Le Pêcheur d'éponges
Il pescatore di spugne, trad. F. e I. Latini, Milano: Carnaro, 1931
Vita di Adrien Zograffi
La maison Thüringer, 1935
Le Bureau de placement, 1933
Méditerranée (Lever de soleil), 1934
Mediterraneo (al levar del sole), trad. Fernando Cezzi, Lecce: Argo, 1993 ISBN 88-86211-06-6
Méditerranée (Coucher de soleil), 1935
Mediterraneo (al calar del sole), trad. Pamela Serafino, Lecce: Argo, 2006 ISBN 88-8234-353-7
Altre opere
La famille Perlmutter (con Josue Jehouda), 1927
La famiglia Perlmutter, trad. Alessandro Bresolin, Roma: Elliot, 2016 ISBN 978-88-6993-056-0
(FR) Jeanne-Marie Santraud, Elisabeth Geblesco, Catherine Rossi, Monique Jutrin-Klener, Martha Popovici, Hélène Lenz, Daniel Lérault, Les Haïdoucs dans l'œuvre de Panaït Istrati, L'Harmattan, Paris 2002
(FR) Mircea Iorgulescu, Panaït Istrati, Oxus, Paris 2004 ISBN 2-84898-037-0
(FR) Jean-François Bacot, Panaït Istrati ou la conscience écorchée d'un vaincu in Moebius: Écritures, in "Littérature", n. 35, inverno 1988, pp. 95–114
Sergio Sacchi, "A dieci anni dall'Ottobre: ‘Vers l'autre flamme', testimonianza-confessione di Panaït Istrati", in Révolte/révolution nella storia nel mito e nella scrittura, Genova: La quercia, 1988, pp. 250–63
Sergio Sacchi, "Uno scrittore nomade: Panait Istrati", in Figure dell'erranza. Immaginario del percorso nel romanzo francese contemporaneo, Roma: Bulzoni, 1991, pp. 197–209
Deux migrants de l'écriture: Panait Istrati e Felicia Mihali, a cura di Gisèle Vanhese, postfazione di Mugur Cristian Popovici, Rende: Centro editoriale e librario Università della Calabria, 2008 ISBN 978-88-7458-077-4
Rodica Zafiu, L' immaginario della violenza
Roberta De Felici, La comparaison métaphorique dans "Kyra Kyralina" de Panait Istrati
Giovanni Magliocco, L'inferno dell'amore: alterità e sessualità in "Kyra Kyralina" di Panait Istrati
Annafrancesca Naccarato, "Les chardons du Baragan": per un progetto di traduzione
Katia Stabile, Panait Istrati: un ponte tra simbolismo e narratologia
Antonella Bubbo, Tra atroci essenze e strazianti realtà. Strutture semantiche e rappresentazioni simboliche in "Le Pays du Fromage" di Felicia Mihali e "Il profumo" di Patrick Süskind
Lucia Chimenti, Un'odissea dell'io: miti e strutture narratologiche in Felicia Mihali e Marguerite Yourcenar
Elena Francese, "Le pays du fromage" de Felicia Mihali: un roman synesthésique?
Annafrancesca Naccarato, Rhétorique et narrativité dans l'œuvre de Felicia Mihali
Katia Stabile, Lo spazio della descrizione ne "Le pays du fromage" di Felicia Mihali
Antonio Tallarico, Felicia Mihali, Oscar V. de L. Milosz. Il dinamismo onirico delle immagini dell'infanzia
Elena Dumitru, L'emigrazione intellettuale dall'Europa centro-orientale: il caso di Panait Istrati, Roma: Edizioni Nuova Cultura, 2012 ISBN 978-88-6134-777-9
(FR) Eleni Samios-Kazantzaki, La Véritable tragédie de Panaït Istrati, Éditions Lignes, 2013 ISBN 978-2-35526-114-5