Se ingerita è in grado di provocare nell'uomo una marcata vasocostrizione, con conseguente ischemia miocardica che può portare sino all'arresto cardiaco.[4] Sono stati segnalati casi di reazioni più lievi per semplice contatto con zoantari contenuti in acquario.[6]
Meccanismo d'azione
La tossicità della palitossina è dovuta alla sua capacità di stringere un legame diretto con l'enzima di membrana Na+/K+-ATPasi (la cosiddetta pompa sodio-potassio), che determina un aumento della permeabilità ionica della membrana cellulare.[2][7]
È una delle tossine marine più potenti, con una LD50 nel topo di 150 ng/kg di peso corporeo.[8]
Occorrenza
Isolata per la prima volta dal celenterato marino Palythoa toxica, dal quale deriva il suo nome[1], la palitossina e suoi analoghi strutturali sono stati successivamente isolati da altre specie di zoantari dei generi Palythoa e Zoanthus.[9]
Processi di bioaccumulo possono inoltre portare alla sua concentrazione in svariati organismi marini.[7] Tra le specie in cui sono state riscontrate concentrazioni significative della biotossina vi sono:
^(EN) Tan C. H., Lau C.O., Chemistry and detection of palytoxin, in Botana L.M. Seafood and Freshwater Toxins: Pharmacology, Physiology and Detection, New York, CRC Press, 2019, pp. 533-48, ISBN9780367378806.