Palazzo Caroelli

Palazzo Caroelli
Palazzo Caroelli a Garbagna Novarese
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
RegionePiemonte
LocalitàGarbagna Novarese
IndirizzoVia Matteotti, 21-25
Coordinate45°23′09.57″N 8°39′36.13″E
Informazioni generali
Condizionidisabitato
CostruzioneXVIII secolo[1]
Stilebarocco
Usocivile
Piani4
Realizzazione
CommittenteFamiglia Caroelli[2]

Il Palazzo Caroelli era la residenza di campagna dei conti Caroelli, feudatari di Vespolate e Garbagna Novarese, situato a Garbagna Novarese. Il palazzo risale al XVII[2] o al XVIII secolo e costituisce un esempio di architettura barocca.

Dai Caroelli fu in seguito ceduto ai Moretti di Milano: nei primi anni '40 del XIX secolo risultava proprietà di Enea Moretti[3][4][5]. Un secolo dopo Ernesto Colli lo riporta appartenere alla famiglia Buslacchi e nel 1978 alla famiglia Costadone[6][7].

Ubicazione

Palazzo Caroelli si trova all'interno di un isolato delimitato a est da via Matteotti, a sud da via Chiesa, a nord da via Scuole e ad ovest da un sistema di strade private, in parte ad uso del palazzo stesso. L'isolato costituisce la propaggine meridionale del centro storico (nucleo antico, nei documenti) di Garbagna e comprende altri edifici[8].

Descrizione

Configurazione generale

Il palazzo presenta una pianta a L, composta da un edificio sostanzialmente rettangolare con lato principale (facciata pubblica) rivolta a est; su quest'ala s'innesta a 90° un altro edificio, pure sostanzialmente rettangolare[8]. Quest'ultimo costituisce il settore privato dell'antica dimora, con facciata dotata di porticato a pian terreno. Davanti al corpo sud si sviluppa un cortile quadrangolare con accesso da via Matteotti tramite portone[9]. L'area esterna (giardino) si sviluppa a partire dall'innesto tra il corpo est e il corpo sud, con sviluppo libero in direzione nord e ovest.

La facciata

La facciata è divisa longitudinalmente: la parte inferiore più sobria e costituita da un piano terra e uno ammezzato, la parte superiore con balcone centrale e modanature curvilinee sopra le finestre[9].

La facciata a est è definita da un cornicione modanato con comignoli monumentali, a due ordini, ed è scandito da lesene bugnate. Nella parte inferiore sono collocate finestre incorniciate semplicemente, mentre nella parte superiore, oltre al già citato balcone, le aperture sono decorate da fregi curvilinei. Questo lato dell'edificio, affacciato sulla strada principale del paese, è completato dal muro di recinzione, nel quale è ricavato un passo carraio definito da una cornice e da due accenni di volute ai lati[9].

Palazzo Caroelli - Colonnato interno e cortile
Colonnato interno e cortile
Palazzo Caroelli - Facciata interna
Facciata interna

Il portico

Sul lato sud è presente un ampio portico con archi ribassati retti da colonne di pietra, dallo stile semplice. Il portico guarda sul cortile interno, sul quale erano situate le ali destinate ai locali di servizio, ora sostituite da costruzioni più recenti. Il tetto di un cassero è sormontato da due pigne in pietra. Dal portico si accede al piano superiore tramite uno scalone decorato con una ringhiera in ferro battuto[9].

Gli interni

Sala interna al piano nobile Pinacoteca
Salone affrescato al piano terra

All'interno, i saloni del piano superiore, riservato ai proprietari, sono decorati con affreschi e stucchi in stile barocco. Questi ambienti conservano l'originale eleganza: tutti rivolti ad un salone centrale ornato da stucchi e affreschi con soggetti allegorici sul soffitto e con paesaggi sulle pareti. Anche gli altri ambienti hanno soffitti decorati, i cui soggetti risultano però di difficile interpretazione[9].

L'oratorio

Particolare della cappella privata

All'interno, al piano inferiore, oltre al vasto salone, è posta una piccola chiesa dedicata a San Giovanni Nepomuceno. L'edificio è a navata unica con altare ed ancona marmorei, ancona ora priva della tavola dipinta che la ornava nel XVIII secolo, quando fu visitata dal vescovo novarese Marco Aurelio Balbis Bertone durante la visita del 18 aprile 1762. Le relazioni dei funzionari ecclesiastici riportano che nel XVIII secolo questo oratorio si apriva verso la strada mediante una porta, aveva volte decenti, era pavimentato, imbiancato e con l'abside decorato con immagini sacre. L'edificio era illuminato da una finestra vetrata rivolta a sud. L'ancona marmorea dell'altare era arricchita da una tela dipinta raffigurante la Beata Vergine e San Giovanni Nepomuceno, santo a cui è dedicata la chiesa[9].

Famiglia Caroelli

stemma Caroelli
Stemma Conti Caroelli scudo con sfondo azzurro con castello d'argento sormontato da due stelle in oro, alla base agnello passante in argento.
Stemma Conti Caroelli raffigurato in un affresco

La famiglia Caroelli viveva originariamente fra Galliate e Romentino. I suoi componenti erano qualificati come dominus ed erano mercanti di spezie, sacerdoti o medici[10].

Relativamente all'araldica, il Manno riporta[11]:

  • stemma: D'azzurro al castello d'argento accompagnato, in capo da due stelle d'oro; in punta dell'agnello d'argento;
  • cimiero: Aquila di nero, rostrata, e membrata di nero, linguata di rosso.

Giovanni Andrea

Giovanni Andrea fu un commerciante all'ingrosso di riso e granaglie. Sposò nel 1612 Anna Gallina, figlia di mercanti, a conferma della vocazione commerciale della famiglia[10].

Alessandro

Alessandro, figlio di Giovanni Andrea, esercitò inizialmente la stessa attività del padre. Le ricchezze accumulate gli permisero di ottenere l'appalto della tesoreria del Contado dal 1625 al 1635 e dal 1646 al 1647. Questo gli consentì di aumentare notevolmente il suo patrimonio[10].

Fino alla fine degli anni '50 del XVII secolo la guerra e la necessità di mantenere l'esercito pesarono fortemente sull'economia dello stato milanese. Nelle campagne la conseguente tassazione causò molti problemi alle famiglie, spesso costrette ad indebitarsi per far fronte ai pagamenti. Ne furono invece favoriti gli esattori, come i Caroelli, che ne ricavarono enormi guadagni. A questo stato di cose si oppose il Contado, intentando una causa contro Alessandro, ma essa non valse a nulla, perché fu opportunamente insabbiata a Milano, grazie ai rapporti che il Caroelli era riuscito a crearsi negli ambienti del potere. Egli poté quindi proseguire le sue attività e consolidare la posizione raggiunta, entrando nell'impresa del Rimplazzo, assai redditizia[10].

Nel 1637 Alessandro sposò Veronica Bagliotti, appartenente all'aristocrazia cittadina, con grande dispendio di risorse, proprio per segnalare la sua "nobilitazione". Veronica era sorella di Margherita, sposata al fisico collegiato Francesco Gallarati, e di Antonia, moglie del fisico collegiato Achille Avogadro[10].

Anche il figlio Paolo Antonio fu impresario del Rimplazzo negli anni '40 del XVII secolo. La figlia Arcangela andò in sposa a Carlo Francesco Massea di Finale Ligure[10].

Luigi

Placido Luigi, figlio di Alessandro, studiò giurisprudenza a Pavia e fu un apprezzato giurista sia a Milano che a Novara. Tra le molte cariche ed onorificenze, fu nominato decurione di Novara e conte del feudo di Vespolate (Novara) nel 1715[10].

Lo stesso argomento in dettaglio: Luigi Caroelli.

Giuseppe Urbico

Giuseppe Urbico, fratello di Alessandro, abbracciò la carriera ecclesiastica, si laureò in legge a Parma ed ottenne il canonicato in San Gaudenzio. Quest'ultimo passo fu possibile grazie all'influenza del fratello, che richiese una raccomandazione direttamente a papa Innocenzo XI, già vescovo di Novara, e al senatore Giovanni Pietro Stampa, cittadino novarese. Stampa era, tra l'altro, avvocato dei Caroelli nella causa contro il Contado[10].

Galleria d'immagini

Pianterreno

Primo piano

Cappella

Note

  1. ^ Provincia di Novara, Provincia di Novara - Turismo - Garbagna, su Provincia di Novara. URL consultato il 9 agosto 2021.
  2. ^ a b Cassani e Colli, Capitolo XIII - I Conti Caroelli, pp. 82-83.
  3. ^ Gustavo Strafforello, Mandamenti e comuni del circondario di Novara, in La patria - Geografia dell'Italia, 5 - Provincia di Novara, Torino, Unione Tipografico-Editrice, 1891, p. 62. URL consultato il 3 gennaio 2022. Ospitato su Google Libri.
  4. ^ Goffredo Casalis (a cura di), Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna, vol. 7, Torino, G. Maspero librajo e Cassone e Marzorati tipografi, 1840, p. 217. URL consultato il 14 novembre 2021. Ospitato su Google Libri.
  5. ^ Giuseppe Luigi de Bartolomeis (a cura di), Mandamento di Vespolate, in Notizie topografiche e statistiche sugli Stati Sardi, vol. 3, Torino, Tipografia Chirio e Mina, 1843, p. 881. URL consultato il 29 dicembre 2021. Ospitato su Google Libri.
  6. ^ Cassani e Colli, Gli oratori, p. 100.
  7. ^ Ernesto Colli, Garbagna pecora da tosare, in Garbagna, Nibbiola, Vespolate, Borgolavezzaro - Spunti di storia per le scuole medie - Le mie memorie, Novara, Tip. San Gaudenzio, 1978, p. 18. URL consultato il 17 luglio 2021. Ospitato su Calameo.
  8. ^ a b Franco Brugnano, Nuovo Piano Regolatore Generale Comunale - Nucleo antico: destinazione ed uso delle aree; interventi previsti (PDF), su Comune di Garbagna Novarese, 21 settembre 2006. URL consultato il 14 novembre 2021.
  9. ^ a b c d e f Guida Turistica e Atlante Stradale Provincia di Novara.
  10. ^ a b c d e f g h Sergio Monferrini, Limpidezza del sangue e splendidezza del vivere - Famiglie dell'aristocrazia novarese: ricerche d'archivio, in Marina dell'Omo e Sergio Monferrini (a cura di), Forme che volano - 1630-1738. Il Barocco nelle province di Novara e del Verbano Cusio Ossola, MediaPer edizioni, 2014, pp. 25-26, ISBN 978-88-940127-0-5. URL consultato il 18 settembre 2021.
  11. ^ A. Scordo, On-line: il Manno - Famiglia Caroelli, su Vivant - Associazione per la Valorizzazione delle Tradizioni Storico Nobiliari. URL consultato il 15 agosto 2022.

Bibliografia

  • Assessorato al turismo della provincia di Novara e Legenda s.r.l. Novara, Guida Turistica e Atlante Stradale Provincia di Novara, Domodossola, 1991.
  • Lino Cassani e Ernesto Colli, Memorie storiche di Garbagna Novarese, Novara, Tipografia Pietro Riva & C., 1948. URL consultato il 17 luglio 2021. Ospitato su Foto Emilio Alzati.

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