P2Y12Il P2Y12 è un recettore situato sulla membrana della piastrine e coinvolto nel processo di aggregazione piastrinica. È studiato come potenziale target di terapie specifiche contro la patologia trombotica. Struttura e meccanismo d'azioneFa parte della famiglia dei recettori purinergici, che presentano una caratteristica conformazione con sette domini transmembrana (cioè la proteina è organizzata in maniera tale da attraversare sette volte la membrana cellulare della piastrina). I recettori purinergici presenti sulle piastrine sono tre: il P2Y12 ed il P2Y1 in grado di legarsi all'adenosindifosfato (ADP) ed il P2X1 in grado invece di legarsi all'adenosintrifosfato (ATP). Tutti e tre questi recettori sono in grado di inviare segnali di attivazione piastrinica, ovvero promuovono una serie di meccanismi intracellulari che portano poi le piastrine a cambiare conformazione ed aggregarsi tra loro, formando quindi in condizioni fisiologiche il tappo piastrinico ed in condizioni patologiche il trombo. Importanza farmacologicaDal punto di vista farmacologico il P2Y12 è stato maggiormente studiato rispetto agli altri recettori purinergici poiché nel corso degli anni sono state via via sintetizzate molecole (tienopiridine) in grado di impedire il legame tra ADP e P2Y12 e conseguentemente ridurre l'attivazione piastrinica[1]. I farmaci tienopiridinici sono quindi una categoria di antiaggreganti piastrinici in grado di inibire l'attività del P2Y12 e dunque ridurre l'attivazione piastrinica. Il primo farmaco sintetizzato appartenente a questa categoria è stata la ticlopidina; una tienopiridina di seconda generazione è invece il clopidogrel, oggi largamente utilizzato nella terapia secondaria delle sindromi coronariche acute in associazione all'aspirina. Nel 1993 una terza tienopiridina, successivamente chiamata prasugrel (CS-747, LY640315), è stata registrata dagli scienziati della Sankyo Company, i cui risultati nei ratti furono pubblicati nel 2000[2] e la cui efficacia nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica cronica è stata dimostrata dagli studi TRITON-TIMI 38[3] e TRILOGY-ACS[4] e pertanto il suo utilizzo è stato approvato in Italia. Ci sono poi due molecole "non tienopiridiniche", ovvero con una diversa struttura molecolare, in grado anch'esse di inibire l'attività del P2Y12, il cangrelor e il ticagrelor, ad oggi largamente usate per la prevenzione degli eventi cardiovascolari nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica cronica. Note
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