Bolognese, Ottavio Campedelli si forma all'Accademia felsinea dove nel 1818 vince il Premio Grande di Pittura. Nel 1821 vi primeggia di nuovo con il suo Paesaggio (Numa Pompilio e la ninfa Egeria).[3][4]
Nel maggio del 1835 domina ancora tra i paesisti dell'esposizione dell'Accademia bolognese.[5][6] Nel settembre dello stesso anno, all'Esposizione di Belle Arti dell'Accademia di Brera, a Milano, presenta un paesaggio ammirato e molto lodato, benché non arrivi a competere tra i primi.[7]
^Michelangelo Gualandi, Dell'Esposizione di belle arti in Bologna nel 1835. E pochi cenni su quella di Milano, Firenze, Tipografia all'insegna di Dante, 1835
Anna Maria Matteucci, I decoratori di formazione bolognese tra Settecento e Ottocento. Da Mauro Tesi ad Antonio Basoli, Milano, Electa, 2002, pp. 492-493.
Renzo Grandi, Ottavio Campedelli, in Renzo Grandi (a cura di), Dall'Accademia al vero. La pittura a Bologna prima e dopo l'Unità, Casalecchio di Reno, Grafis, 1983, pp. 98-100, SBNCFI0022752. (catalogo della mostra a Bologna, Galleria d'arte moderna, 29 gennaio - 4 aprile 1983)