Orpheus (balletto)
Orpheus è un balletto neoclassico in tre quadri su musica di Igor' Fëdorovič Stravinskij e coreografia di George Balanchine del 1947. Per il compositore questo lavoro fu una riconquista ideale dell'antichità classica in cui trovò una rinnovata ispirazione.[1] StoriaStravinskij scrisse Orpheus su richiesta del Ballet Society, associazione fondata da Balanchine e Lincoln Kirstein; l'opera fu iniziata a Hollywood nell'ottobre del 1946 e terminata il 26 settembre 1947. La coreografia, realizzata da Balanchine in pieno accordo con il compositore, si attenne a elementi molto semplici, attenta soprattutto alla partitura e al soggetto drammatico del lavoro. La prima rappresentazione del balletto avvenne a New York il 28 aprile 1948 al New York City Center of Music and Drama con scene e costumi di Isamu Noguchi, le luci di Jean Rosenthal. Interpreti principali furono Nicholas Magallanes nella parte di Orfeo, Maria Tallchief in quella di Euridice, Francisco Moncion rappresentò l'Angelo nero e Herbert Bliss, Apollo. La direzione orchestrale fu dello stesso Stravinskij. TramaOrfeo, davanti alla tomba di Euridice, implora gli dei per ritrovare l'amata. Gli appare un Angelo Nero che lo conduce attraverso lo Stige imponendogli però una maschera d'oro che non dovrà mai togliere. Nell'Ade le Furie gli sbarrano la strada; l'Angelo incita Orfeo a suonare la lira ed alla sua musica celestiale le Furie si quietano; Plutone conduce quindi Euridice ad Orfeo. I due si incamminano tenendosi per mano tra mille difficoltà, ma Euridice cade; non avendo più contatto con lei Orfeo toglie la maschera per poter vedere e l'amata cade a terra senza vita. Orfeo disperato perde la lira e viene attaccato dalle Baccanti che lo fanno a pezzi. Apollo ritrova le spoglie di Orfeo, alza verso l'alto la maschera d'oro e dalla tomba del cantore la sua lira risale verso il cielo. Struttura del balletto
1. Lento sostenuto. Orfeo piange Euridice; è immobile, con la schiena rivolta al pubblico. Gli amici portano dei doni e lo confortano.
5. Agitato in piano. Sempre alla breve ma meno mosso. Pas des Furies. Movimenti e minacce delle Furie
13. Lento sostenuto. Apoteosi di Orfeo. Apparizione di Apollo che prende la lira di Orfeo, quindi innalza la maschera e il suo canto al cielo. OrchestrazioneIl compositore inizialmente avrebbe voluto un'orchestra sinfonica di sessanta elementi, ma poiché a New York soltanto il Metropolitan Opera House avrebbe potuto ospitare una rappresentazione con un tale organico e i costi erano molto elevati, Kirstein chese a Stravinskij di realizzare qualcosa di simile all'Apollon musagète con un organico ridotto. Il musicista optò così solo per 43 musicisti. Sebbene l'organico sia quindi simile a quello di una normale orchestra, la partitura è scritta secondo gli schemi di una musica da camera. Oltre agli archi, sono presenti l'arpa e i timpani; i legni comprendono tre flauti, due clarinetti, due oboi, due fagotti; gli ottoni quattro corni, due trombe, due tromboni. L'arpa ha un ruolo simbolico in quest'opera poiché viene utilizzata per dare sonorità alla lira di Orfeo. AnalisiIl carattere classicheggiante del soggetto portò Stravinskij ad avvalersi di modalità che vanno dal modo dorico all'eolio; la polifonia sfugge in tal modo alle strette regole della tonalità.[2] Nei primi due quadri la musica è calma, quasi tenera ma distaccata; anche nel Passo delle Furie la minaccia è sottolineata da una musica inquieta, ma senza accenni di violenza,[3] il tempo infatti è indicato Agitato in piano. Solo nel Passo d'azione delle Baccanti l'accentuazione ritmica e le caratteristiche aspre sonorità di Stravinskij prendono il sopravvento e ci riportano in parte al clima de La sagra della primavera e della sua Danse sacrale; solo in questo momento la dinamica della partitura arriva a un fortissimo che si quieta comunque subito dopo la morte di Orfeo.[4] Nel terzo quadro infatti si ritorna al tema iniziale e la musica ritrova la calma e una delicatezza apollinea.[5] Gli estremi opposti della natura dell'uomo, il "dionisiaco", rappresentato da Le sacre du printemps, e l'"apollineo" che ha riscontro in Apollon musagète, sono presenti e contrastanti tutti e due nell'Orpheus, impersonati nelle figure delle Baccanti e in quella di Apollo.[6] Altre versioni coreografichePer la prima europea Stravinskij affidò la coreografia a Aurel Milloss che debuttò con il balletto al Festival di musica contemporanea della Biennale di Venezia al Teatro La Fenice nel 1948, grazie all'interessamento di Ferdinando Ballo, allora direttore artistico della Biennale.[7] NoteBibliografia
Collegamenti esterni
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