Orfeo dolente
Orfeo dolente è un'opera musicale di Domenico Belli, esempio di stile rappresentativo della prima epoca del barocco. L'opera - suddivisa in cinque intermezzi - venne rappresentata per la prima volta a Palazzo Gherardesca di Firenze, abitazione di Ugo Rinaldi, nel 1616. Il mito di Orfeo - che ricorre in questo come in altri componimenti coevi - fu un tema centrale per le origini dell'opera lirica è questo componimento è considerato tutt'oggi uno dei migliori esempi del cosiddetto recitarcantando. Belli, che avrà in fine di carriera una scarsa produzione musicale, è stato definito - anche in virtù di questa opera - un ricercatore di passioni attraverso la musica. Una ricerca fatta attraverso procedimenti moderni per i suoi tempi, esaltati nell'uso di violente dissonanze. Viene descritto come eccelso nel tragico, scegliendo di sottolineare questo aspetto rinunciando agli abbellimenti nella parte vocale usati dai suoi contemporanei. Fiorentino di nascita e coevo di altri padri dell'opera lirica (da Jacopo Peri, a Giulio Caccini, da Emilio de' Cavalieri - autore della Rappresentazione di anima e di corpo - e Marco di Gagliano) elaborò questa sua opera insieme ad altri spettacoli di corte, quali balli, intermezzi e persino una favola marittima sulla storia di Andromeda. Assieme all'Orfeo dolente, Belli dette alle stampe nel medesimo anno - il 1616 - altre due raccolte di musica: l'Officium defunctorum e il suo Primo libro delle Arie, opere che tutt'oggi costituiscono le uniche tracce della sua attività compositiva. Nell'Orfeo il compositore fiorentino cerca in questo caso più ancora che altrove, e in linea con l'operato degli autori del suo tempo, strade diverse per esprimere un tipo di musica che rifletta - in maniera più aderente alle nuove necessità ed urgenze richieste dai nuovi spettacoli di corte - una esplicita espressione delle passioni. Collegamenti esterni |