Opera Nazionale Combattenti

Opera Nazionale Combattenti
Opera Nazionale Combattenti
Tipoente assistenziale
Fondazione1917
FondatoreFrancesco Saverio Nitti e Alberto Beneduce
Scioglimento1977
Sede centraleItalia (bandiera) Roma

L'Opera Nazionale Combattenti (ONC) era un ente assistenziale fondato durante la prima guerra mondiale, a opera dell'allora ministro del tesoro Francesco Saverio Nitti e di Alberto Beneduce. Fu sciolto nel 1977.

Manifestazione di protesta organizzata dall'"Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra".

Storia

La fondazione

L'ente, costituito all'indomani della sconfitta di Caporetto, con il decreto n. 1970 del 10 dicembre 1917, che istituiva anche l'Opera Nazionale Invalidi di Guerra, percorre il primo conflitto mondiale inizialmente con il motto "terra ai contadini" al termine del quale diventa "terra ai reduci" e dopo violente assegnazioni abusive di terreni in seguito convalidate (avvenute nel centro sud in conflitto con i latifondisti assenteisti), viene approvato il 16 gennaio 1919. L'ONC si proponeva compiti organizzativi e formativi verso i reduci, e varie iniziative nel campo delle bonifiche agrarie e della assistenza finanziaria[1] nell'opera di reinserimento dei reduci nel mondo del lavoro[2], riguardava anche l'erogazione di mutui e assicurazioni a condizioni vantaggiose agli ex-combattenti della grande guerra. L'Istituto che pensa il primo presidente Beneduce era a favore di una profonda innovazione agro-industriale che come al nord doveva essere consorziale e indipendente e dal 1922 in poi dovrà invece scontrarsi con la frammentazione d'auto-consumo rurale di ideologia conservatrice-corporativa.[3]

Nel 1919 l'ONC fu suddivisa in tre sezioni: mentre quella sociale proseguiva l'attività assistenziale e quella finanziaria garantiva l'accesso al credito degli ex combattenti, la sezione agraria assumeva l'importante funzione di coordinare un'attività di esproprio di terre e di loro colonizzazione da parte degli ex combattenti.[4] La direzione di Angelo Sansone, moderata e democratica tra le diverse componenti politiche che la formavano era orientata ad un approccio di riforma radicale del latifondo[5];.

Sotto il Fascismo

L'ente con il regime fascista passò attraverso due riforme del suo statuto, nel 1923 e nel settembre 1926 che la integrarono, rafforzando il processo di trasformazione dell'Opera in ente economico[6]. Vi fu infatti la " l'attribuzione all'Opera nazionale combattenti (R.D.L.. 1606/1926) dei compiti di trasformazione fondiaria e d'incremento della piccola e media proprietà"[7]. Questa riforma, effettuata quando il partito fascista aveva consolidato il potere, diede nuovo impulso alle sue attività di propaganda, orientandole verso lo sviluppo dell'agricoltura a scapito di quello finanziario e sociale[8], attraverso la nomina di Angelo Manaresi alla direzione dell'ente, da parte dello stesso Mussolini nel marzo 1926. Il 15 settembre 1929, alle dimissioni del presidente uscente Angelo Manaresi, in qualità di commissario del governo dell'Opera Nazionale Combattenti fu posto a capo Valentino Orsolini Cencelli.

La bonifica dell'Agro Pontino

Lo stesso argomento in dettaglio: Borghi dell'Agro Pontino.

Nel 1928, a partire dall'Agro Pontino (140 000 su 180 000 ettari totali) vanto del regime fascista,[9] l'attività dell'ente fu rilevante durante le Bonifiche agrarie del periodo fascista,[10] con lo Stato che cedette all'ente i terreni bonificati, e lo fece socio di maggioranza dei due consorzi di bonifica.

Il 15 settembre 1929 venne nominato, alle dimissioni del presidente uscente Angelo Manaresi, come commissario del governo Valentino Orsolini Cencelli (1929-1935) l'Opera raggiunse pienamente i suoi scopi, divenendo uno dei migliori strumenti di attuazione della politica economica del fascismo[11], con la valorizzazione, tramite una pratica agricola corretta, delle terre incolte e la bonifica delle vaste regioni paludose che ancora caratterizzavano il panorama italiano. In tale contesto l'ONC divenne strumento di primo piano della politica di ruralizzazione avviata dal regime[12].

A Orsolini Cencelli, nel 1935, successe Araldo di Crollalanza (fino al marzo 1943) mentre l'attività dell'ente si allargò ad altre aree italiane, in particolare in Sardegna, Puglia e casertano (Basso Volturno)[13], seguito da Cesare Pileri. Nella RSI fu commissario Luigi Russo.

Scioglimento

Nel secondo dopoguerra, l'ONC beneficiò della gestione di vasti comprensori agricoli grazie alla riforma agraria del 1950. L'ente venne soppresso con il decreto n. 616 del 1977.

Note

  1. ^ BENEDUCE, Alberto in Dizionario Biografico – Treccani
  2. ^ Elisabetta Novello, La bonifica in Italia. Legislazione, credito e lotta alla malaria dall'Unità al fascismo, p. 191.
  3. ^ Elisabetta Novello, LA BONIFICA IN ITALIA, p. 194.
  4. ^ Opera nazionale combattenti in “Dizionario di Storia” – Treccani
  5. ^ Elisabetta Novello, LA BONIFICA IN ITALIA, p. 193.
  6. ^ Scheda[collegamento interrotto]
  7. ^ fondiaria, riforma nell'Enciclopedia Treccani
  8. ^ Elisabetta Novello, LA BONIFICA IN ITALIA, p. 275.
  9. ^ Barone, Mezzogiorno e modernizzazione, p. 57.
  10. ^ Antonio Pennacchi, Viaggio Per Le Città del Duce - ASEFI 2003.
  11. ^ Catalogo del Novecento[collegamento interrotto]
  12. ^ Pino Riva, Fascismo, politica agraria, O.N.C., nella bonificazione pontina dal 1917 al 1943, Editrice Sallustiana, 1983
  13. ^ QUIregione - Il Sito web Istituzionale della Regione Puglia, su regione.puglia.it. URL consultato il 24 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2015).

Bibliografia

  • Arturo Cucciola, Vecchie città/città nuove, 2006, Dedalo
  • Elisabetta Novello, La bonifica in Italia. Legislazione, credito e lotta alla malaria dall'Unità al fascismo, 2003, Franco Angeli
  • Benito Mussolini, L'Opera nazionale combattenti nel X annuale della vittoria, 1928, ONC

Voci correlate

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