Notothenia coriiceps ha scaglie che appaiono di colore marrone o grigio. I denti consictono in più file di placche dentate e denti simili a canini, collocati nella parte frontale delle mascelle[5]. Gli esemplari adulti maschi tipicamente tipicamente reggiungono una lunghezza approssimativa di 50 centimetri[6]. Come altri pesci nototenoidi, non possiede la vescica natatoria[7]. Gli adulti di N. coriiceps possiedono un denso e ben sviluppato scheletro rispetto ai loro congeneri di Notothenia rossii, avendo così a che fare con una ridotta galleggiabilità[8]. L'epitelio è caratterizzato dalla presenza di piccole gocce di grasso, che fungono da meccanismo di incameramento per lipidi[9] e sono contenute anche nel tessuto osseo[10].
Distribuzione, habitat e biologia
Questa specie mantiene una distribuzione circum-antartica sulla piattaforma continentale che probabilmente viene governata, almeno in parte, dalla presenza della corrente circumpolare antartica (ACC) che sicuramente controlla la dispersione delle uova[7]. Sono registrate popolazioni di N. coriiceps ad ovest del Mare di Ross, del Mare di Weddell, della Penisola Antartica, delle isole come la Georgia del Sud, delle Isole Balleny e delle Isole antartiche e sub-antartiche dell'Oceano Indiano[11]. Si cibano di alghe[12]amphipods[12] e krill[13]. Attualmente risulta nessun interesse commerciale su questa specie[14].
Come altri nototenidi antartici, N. coriiceps mostra diversi adattamenti che ottimizzano le performance dell'organismo a temperature ben al di sotto dello zero[15], tra questi una modificata risposta allo shock termico[15], la produzione di proteine antigelo che prevengono la trasformazione in ghiaccio dei fluidi corporei[16] e l'abbondanza di acidi grassi polinsaturi che permettono alle cellule di mantenere la fluidità della membrana cellulare[17]. N. coriiceps ha una tolleranza limitata per i forti sbalzi di temperatura ma dimostra buone capacità nell'estendere il suo limite termico per acclimatarsi meglio in acque più calde[18][19].
Genoma
Il genoma di N. coriiceps venne sequenziato nel 2014[15]. I risultati indicarono una rapida evoluzione dei geni durante la speciazione, specialmente delle proteine che codificano proteinemitocondriali e l'emoglobina. In aggiunta, gli autori annotarono che molti geni di N. coriiceps riflettevano l'adattamento a temperature molto basse, con geni specializzati collegati alla diversa risposta della specie allo shock termico come per l'attivazione della fosforilazione ossidativa al freddo[15].
Note
^ Rainer Froese e Daniel Pauly (a cura di), Notothenia coriiceps, su FishBase, 2021. URL consultato il 1º febbraio 2024.
^(EN) FJ Hernandez-Blazquez, Fat absorptive processes in the intestine of the Antarctic fish Notothenia coriiceps (Richardson, 1844), in Polar Biology, vol. 29, n. 10, 2006, pp. 831–836.
^(EN) TJ Eastman, Divergence in Skeletal Mass and Bone Morphology in Antarctic Notothenioid Fishes, in Journal of Morphology, vol. 275, n. 8, 2014, pp. 841–861.
^(EN) Roger Coggan, Seasonal and annual growth rates in the Antarctic fish Notothenia coriiceps Richardson, in Journal of Experimental Marine Biology and Ecology, vol. 213, n. 2, 1997, pp. 215–229.
^abcd(EN) S. C. Shin, The genome sequence of the Antarctic bullhead notothen reveals evolutionary adaptations to a cold environment, in Genome Biology, vol. 15, n. 9, 2014, p. 468.
^(EN) L. Chen, Evolution of antifreeze glycoprotein gene from a trypsinogen gene in Antarctic notothenioid fish, in PNAS, vol. 94, n. 8, 1997, pp. 3811–3816.
^(EN) Bilyk, Heat hardening in Antarctic notothenioid fishes, in Polar Biology, vol. 35, n. 9, 2012, pp. 1447–1451.
^(EN) William Joyce, Michael Axelsson, Stuart Egginton, Anthony P. Farrell, Elizabeth L. Crockett, Kristin M. O’Brien e Nann Fangue, The effects of thermal acclimation on cardio-respiratory performance in an Antarctic fish (Notothenia coriiceps), in Conservation Physiology, vol. 6, n. 1, 2018, p. coy069.