Nella citazione bibliografica le note tipografiche vanno riportate dopo l'autore e il titolo, in quest'ordine: luogo, editore, data[3][4].
Storia
I primi libri all’epoca dell'invenzione della stampa a caratteri mobili a metà del XV secolo[5] erano molto differenti da come si sono sviluppati in epoca contemporanea[6]: gli incunaboli infatti si differenziano poco dai manoscritti[7], sia per come venivano organizzati il testo e l’apparato iconografico[8], sia perché non presentano ancora un frontespizio ma recano le indicazioni di stampa quali il nome dell'editore o tipografo, il luogo e la data di pubblicazione alla fine del testo[9], in quello che è chiamato colophon (latinocolǒphon, dal grecoκολοφών che significa "sommità", "cima" oppure "finitura").
Con l’affermazione dei libri a stampa nel panorama culturale ed economico europeo anche i prodotti editoriali cominciano ad assumere l’aspetto contemporaneo[10]. Intorno al Cinquecento infatti i testi cominciano a essere preceduti da una pagina che ne identifica il contenuto[11], talvolta impreziosita da decorazioni xilografiche.
Con il passare del tempo le informazioni relative alla stampa del volume si spostano così dal fondo dell’opera all’inizio, andando a costituire il moderno frontespizio.
^Regole italiane di catalogazione per autori, Roma, Istituto centrale per il catalogo unico, 1979, pp. 138-145.
^RICA 1979, p. 138, § 120.1: «Le note tipografiche sono costituite dai seguenti elementi: luogo di pubblicazione, editore, data»; ISO 690:2010, punto 4.5.e-f "Order of elements. Production information: place, publisher, date".
^Vianello, p. 81: «[le note tipografiche] si dispongono nel seguente ordine: luogo di edizione, nome dell'editore, anno di edizione».
^Sigfrid Henry Steinberg, Cinque secoli di stampa, Torino, Einaudi, 1982.
^ Maria Gioia Tavoni, Il libro in antico regime tipografico, su storiadellastampa.unibo.it. URL consultato il 16 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2014).
^Giuseppina Zappella, Il libro antico a stampa: strutture, tecniche, tipologie, evoluzione, Milano, Editrice Bibliografica, 2001.
^Lorenzo Baldacchini, Il libro antico, Nuova ed. aggiornata, Roma, Carocci, 2001.
^Lorenzo Baldacchini, Dubbi di un catalogatore (occasionale) di incunaboli, in: Tra i libri del passato e le tecnologie del presente. La catalogazione degli incunaboli, a cura di Lorenzo Baldacchini e Francesca Papi, Bologna, Editrice Compositori, 2011.
Lorenzo Baldacchini, Il libro antico, Nuova ed. aggiornata, Roma, Carocci, 2001.
Lorenzo Baldacchini, Aspettando il frontespizio. Pagine bianche, occhietti e colophon nel libro antico, Milano, Edizioni Sylvestre Bonnard, 2004, ISBN88-86842-77-5.
Lorenzo Baldacchini, Dubbi di un catalogatore (occasionale) di incunaboli, in: Tra i libri del passato e le tecnologie del presente. La catalogazione degli incunaboli, a cura di Lorenzo Baldacchini e Francesca Papi, Bologna, Editrice Compositori, 2011.
Sigfrid Henry Steinberg, Cinque secoli di stampa, Torino, Einaudi, 1982.
Nereo Vianello, Le note tipografiche, in La citazione di opere a stampa e manoscritti, Firenze, Leo S. Olschki editore, 1970, pp. 81-86 e pp. 115-116, ISBN non esistente, SBNSBL0102415.
Glossario di bibliofilia, su libriantichierari.com. URL consultato il 15 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016). (fonte utilizzata)
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