Fu uno dei più eminenti rappresentanti del populismo russo: contrariamente a molti altri populisti suoi connazionali, Michajlovskij decise di rimanere in Russia,[1] scrivendo sugli «Otečestvennye Zapiski» (Annali patrii), di cui fu direttore. Diresse anche la «Russkoe bogatstvo» (La ricchezza russa) insieme a Vladimir Korolenko. Fondamentale fu il suo apporto alla critica letteraria: scrisse svariati saggi sui più noti autori del suo tempo, tra cui Lev Tolstoj, Ivan Turgenev e Fëdor Dostoevskij.
Opere
Čto takoe progress?, 1869
Bor´ba za individual´nost´, 1875
Geroj i tolpa, 1882
Žestokij talant, 1882
O Vsevolode Garšine, 1885
Kritičeskie opyty N. K. Michajlovskago, 1890 (2 voll.)
Literatura i žizń, 1892
Sočinenija N. K. Michajlovskago, 1894
Sočinenija, 1896
Literaturnye vospominanija i sovremennaja smuta, 1900