Nazionalismo grecoIl nazionalismo greco (o nazionalismo ellenico) si riferisce al nazionalismo dei greci e alla cultura greca.[1] Come ideologia, il nazionalismo greco è nato e si è evoluto in epoca premoderna.[2][3][4] Divenne un importante movimento politico a partire dal XVIII secolo, che culminò nella Guerra d'indipendenza greca (1821-1829) contro l'Impero ottomano.[1] Divenne anche un potente movimento in Grecia poco prima e durante la prima guerra mondiale, quando i greci, ispirati dalla Megali Idea, riuscirono a liberare parti della Grecia nelle guerre balcaniche e dopo la prima guerra mondiale, occuparono brevemente la regione di Smirne prima che fosse ripresa dalla Turchia.[1] Il nazionalismo greco era anche l'ideologia principale di due regimi dittatoriali in Grecia durante il XX secolo: il regime del 4 agosto (1936-1941) e la giunta militare greca (1967-1974). Oggi il nazionalismo greco rimane un fattore importante nella disputa greco-turca su Cipro.[1] StoriaL'istituzione di siti panellenici servì come una componente essenziale nella crescita e nell'autocoscienza del nazionalismo greco.[2] Durante le guerre greco-persiane del V secolo a.C., il nazionalismo greco fu formalmente stabilito, sebbene principalmente come ideologia piuttosto che come realtà politica poiché alcuni stati greci erano ancora alleati con l'impero persiano.[3] Aristotele e Ippocrate offrirono un approccio teorico sulla superiorità delle tribù greche.[5] L'istituzione degli antichi Giochi panellenici è spesso vista come il primo esempio di nazionalismo etnico e di visione di un'eredità e identità comuni.[6] Durante i tempi dell'Impero bizantino e dopo la presa di Costantinopoli nel 1204 da parte dei latini, l'imperatore Giovanni III Ducas Vatatzes era disposto a usare insieme le parole 'nazione' (genos), 'Hellene' e 'Hellas' nella sua corrispondenza con il Papa. Giovanni riconobbe di essere greco, sebbene portasse il titolo di imperatore dei romani: "i greci sono gli unici eredi e successori di Costantino", scrisse. In modo simile il figlio di Giovanni, Teodoro II, che si interessò all'eredità fisica dell'Antichità, era pronto a riferirsi a tutto il suo regno euro-asiatico come "Hellas" e "dominio ellenico".[7] Le generazioni successive a Giovanni lo considerarono "il padre dei greci".[8] Quando l'impero bizantino venne governato dalla dinastia dei Paleologi (1261–1453), emerse una nuova era di patriottismo greco, accompagnata da un ritorno all'antica Grecia.[4] Alcune personalità di spicco dell'epoca proposero anche di cambiare il titolo imperiale da "basileus e autocrate dei Romani" a "Imperatore degli Elleni".[4] Questo entusiasmo per il glorioso passato costituì un elemento presente nel movimento che portò alla creazione del moderno stato greco, nel 1830, dopo quattro secoli di dominio ottomano.[4] I movimenti popolari che chiedevano l'enosis (l'incorporazione di disparati territori popolati da greci in un più grande stato greco) portarono all'adesione di Creta (1912), Isole Ionie (1864) e Dodecaneso (1947). Le richieste di enosis furono anche una caratteristica della politica cipriota durante il dominio britannico a Cipro. Durante i travagliati anni tra le due guerre, alcuni nazionalisti greci consideravano i cristiani ortodossi albanesi, aromuni e bulgari come comunità che potevano essere assimilate alla nazione greca.[9] L'irredentismo greco, la Megali Idea subì una battuta d'arresto nella guerra greco-turca (1919-1922) e nel genocidio greco. Da allora, le relazioni greco-turche sono state caratterizzate dalle tensioni tra i nazionalismi greco e turco, culminate nell'invasione turca di Cipro (1974). Partiti politici nazionalistiI partiti nazionalisti includono: Attivi
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Bibliografia
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