Discendente della famiglia ticinese dei Palli del paese di Pura, al confine con l'Italia sul lago di Lugano,[3] nacque a Casale Monferrato il 24 luglio 1895.[4] Compì gli studi primari e secondari presso le scuole della città natale, iniziando poi a frequentare il corso di Ingegneria presso il Politecnico di Milano.[4]
La sua salma fu trasportata a Casale Monferrato dove, il 27 marzo 1919, gli furono tributate solenni onoranze funebri alla presenza di un'immensa folla, di Gabriele D'Annunzio e dei piloti della "Serenissima", con la sola eccezione di Antonio Locatelli che si trovava in Argentina.[18]
«Popolo di Casale, il suo feretro per noi non è oggi nel mezzo della città dolorosa, ma è nel centro dell'antica cittadella fedele. Intorno a lui oggi si ricementa la cittadella dei Gonzaga con i suoi bei baluardi, con le sue cortine e le sue fosse e con nelle fosse il sangue di tutti i suoi asceti, il sangue di Francia, di Spagna, di Lamagna, il sangue di Savoia e di Monferrato.[…] Questo fanciullo bianco, dai capelli ondeggianti e dagli occhi di zaffiro, era l'ideal tipo latino del combattente, era l'esemplare perfetto della nuova giovinezza italiana in armi. Irreprensibile è l'epiteto che per lui ricorre sempre sotto la penna e nella bocca dei suoi capi. Roma lo dava ai suoi eroi raggianti. Era senza colpa, era senza macchia, senza ombra. Era tutto come la gemma del suo sguardo, era tutto tagliato in quel cristallo perspicace. Si pensa che egli sia il primo nato d'una generazione di uomini aerea, d'una gente che abbia abbandonata la terra per insaziabile amore dell'ala e viva di coraggio nelle correnti dell'aria intrepida. Era un Icaro e non poteva cadere; era un Icaro senza precipizio. Nel suo nome icario non si noma l'abisso del mare, ma il vertice dell'etere. S'è egli addormentato nella neve e sopra la più candida delle nuvole? Chi l'ha veduto così dormente? Chi ha osato a smuovere il suo sonno? Era la notte dell'Equinozio. Dormiva col guanciale dell'elmo poggiato sopra il braccio ricurvo. La sua attitudine era pura come il fiorire del fiore e come quei teschi che i costruttori d'eternità incidevano nelle pareti sotterranee dei loro sepolcri. Chi può chiudere tra quattro assi la freschezza della primavera? Chi può seppellire la forza della primavera nascente? Ora dico che egli non è qui, che non è tra i baluardi e le cortine della sua cittadella, come sognava. […] Salutiamo in piedi la giovinezza d'Italia perenne. O compagno, o capitano, o eroe, svegliati e alzati! Ti gettiamo il tuo grido, il nostro grido di battaglia: Allalà!»
«Superbo pilota da battaglia, con cuore fermo, con invitta fede, guidò su Vienna il volo magnifico delle ali d'Italia. Cielo di Vienna, 9 agosto 1918.» — Regio Decreto 10 settembre 1918[21]
«Intrepido, audace, sicuro pilota d'aeroplano, guidò oltre i mari ed oltre i monti, in terra nemica, il suo velivolo, sfidando ogni pericolo, superando ogni ostacolo. Nelle più rischiose imprese, forte della sua fede, forte del suo coraggio, fu magnifico esempio di valore, di prodezza e di perizia. Ogni missione di guerra, anche la più ardimentosa e difficile, egli condusse a termine, nonostante le avverse condizioni atmosferiche e gli attacchi nemici. Fornì preziose notizie che furono sempre elementi completi e sicuri per le decisioni dei nostri comandi. Cielo della Dalmazia e dell'Istria, del Tirolo e della Carniola, settembre - ottobre 1918.»
«Pilota audacissimo, compiva un'ardita ricognizione strategica percorrendo in volo oltre tre ore, per 120 km, il territorio nemico dal Monte Marmolada al Monte Adamello. Nonostante grave guasto ad uno dei motori, manovrava con grande abilità, atterrando in un campo d'aviazione presso Brescia. Compì parecchi voli su Val Pusteria, spingendosi sino a Bruneck due volte. Eseguì moltissime ricognizioni tattiche nel cielo delle Dolomiti, in condizioni atmosferiche avverse, e le condusse a termine più volte, nonostante il cattico funzionamento dei motori. Ebbe più volte l'apparecchio colpito. Coadiuvò, con la massima efficacia sempre, gli ufficiali osservatori, riportando personalmente informazioni e rilievi utilissimi. Cielo del Tirolo, 24 aprile 1917.»
«Pilota d'aeroplano, conduceva l'azione di bombardamento a bassa quota sugli impianti ferroviari di Innsbruck, superando notevoli difficoltà dovute alla distanza dell'obiettivo e alla natura montuosa da percorrere. Cielo di Innsbruck, 20 febbraio 1918.»
«Eseguiva con un apparecchio terrestre monoposto, quattro ricognizioni di considerevole durata oltre Adriatico riportando documenti fotografici di massimo interesse guerresco, superando avverse condizioni atmosferiche, sfidando audacemente l'intenso fuoco antiaereo delle basi nemiche più munite e dimostrando di possedere tutte le qualità di aviatore da ricognizione. Alto Adriatico, luglio-agosto 1918.» — Motu proprio del Sovrano, 6 ottobre 1925[18][19]
«Magnifico pilota da ricognizione, con fede sicura ed animatrice seppe, in ogni più rischiosa impresa, sempre superare se stesso nella perizia e nella prodezza. Guidò vittoriosamente il suo velivolo oltre i mari ed oltre i monti, sicché sembrò ognora la fortuna gli rendesse omaggio al valore. Il suo ritorno fu sempre prezioso ausilio alle decisioni degli alti comandi. Cielo della Dalmazia – Istria - Tirolo - Carniola, settembre - ottobre 1918.» — Regio Decreto, 17 maggio 1920
«Per esemplare condotta, perizia e rara calma dimostrata durante numerosi voli eseguiti in alta montagna. Esempio di perseveranza e sereno coraggio, compiva brillantemente lunghe e difficili ricognizioni, rientrando con l'apparecchio più volte colpito, e affrontando anche vittorioso combattimento con velivolo nemico. Cielo delle Dolomiti, 22 luglio, 31 ottobre 1916.»
Alberto Cavaciocchi, Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
Roberto Gentilli, Paolo Varriale, I reparti dell'Aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
Domenico Ludovico, Gli aviatori italiani del bombardamento nella guerra 1915-1918, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1980.
Manlio Molfese, L'aviazione da ricognizione italiana durante la grande guerra europea (maggio 1915-novembre-1918), Roma, Provveditorato generale dello Stato, 1925.
Ordine Militare d'Italia 1911-1964, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1925.
Alberto Porro, Natale Palli, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1973.
Enrico Rebora, I precedenti del volo su Vienna, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1973.
Renzo Rossotti, Paolo Varriale, Le strade di Torino, Roma, Newton Compton Editori, 1995.
Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.