La galassia appare vista quasi di fronte, e presenta dei brillanti bracci di spirale di colore blu, dove sono presenti attivi centri di formazione stellare. I bracci di spirale presentano una importazione separazione tra loro.
NGC 151 venne utilizzata da Gérard de Vaucouleurs come esempio di galassia "SB(rs)bc" nel suo atlante di classificazione delle galassie.[7][8]
La galassia ha una classe di luminosità II-III e presenta una larga riga a 21 cm dell'idrogeno neutro.[2] Il database SIMBAD la classifica come galassia LINER, cioè una galassia il cui nucleo presenta uno spettro di emissione caratterizzato da larghe righe di atomi debolmente ionizzati.[9]
Scoperta
NGC 151 è stata scoperta il 28 novembre 1785 dall'astronomo britannico di origine tedesca William Herschel. Nel 1886 fu osservata dall'astronomo americano Lewis A. Swift che la considerò un oggetto mai osservato prima e la catalogò come NGC 153; solo in seguito si accorse che in realtà si trattava della già catalogata NGC 151.[4]
la prima, PTF11iqb, scoperta il 22 luglio 2011, era una supernova di tipo IIn, con magnitudine 17,1.[10]
la seconda, SN 2023lnh, scoperta il 24 giugno 2023, era una supernova di tipo Ia e avente una magnitudine 18.[11]
Gruppo di NGC 151
NGC 151 è la galassia più brillante del gruppo di galassie che porta il suo nome. Il Gruppo di NGC 151 comprende almeno altre tre galassie:
NGC 217, MCG -2-2-30 et MCG -2-2-38.[12]
^ Nathan Smith, Jon C. Mauerhan, S. Bradley Cenko, Mansi M. Kasliwal, Jeffrey M. Silverman, Alexei V. Filippenko, Avishay Gal-Yam, Kelsey I. Clubb, Melissa L. Graham, Douglas C. Leonard, J. Chuck Horst, G. Grant Williams, Jennifer E. Andrews, Shrinivas R. Kulkarni, Peter Nugent, Mark Sullivan, Kate Maguire, Dong Xu e Sagi Ben-Ami, PTF11iqb: Cool supergiant mass-loss that bridges the gap between Type IIn and normal supernovae, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 449, n. 2, 2015, pp. 1876–1896, DOI:10.1093/mnras/stv354.
^ A.M. Garcia, General study of group membership. II - Determination of nearby groups, in Astronomy and Astrophysics Supplement Series, 100 #1, luglio 1993, p. 47-90, Bibcode:1993A&AS..100...47G.