NGC 116

NGC 116
Galassia lenticolare
NGC 116 nelle immagini SDSS
Scoperta
ScopritoreGaspare Stanislao Ferrari [1]
Data1865
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneBalena
Ascensione retta00h 27m 05,221s [2]
Declinazione-07° 40′ 05,91″ [2]
Distanza348,0 ± 24,4 mega anni luce (106,69 ± 7,48 Mpc) a.l. [3]  
Magnitudine apparente (V)14,66 [3][4]
Redshift+0,025261 ± 0,000080 [3]
Velocità radiale7573 ± 24 [3] km/s
Caratteristiche fisiche
TipoGalassia lenticolare
ClasseSB?(r?)0+: [3], SB0(r)a? [1]
Dimensioni62 400 al (19 120 pc) a.l. [3]  
Altre designazioni
PGC 1671,[5] MCG -01-02-017,[3]
Mappa di localizzazione
NGC 116
Categoria di galassie lenticolari

NGC 116 è una presunta galassia lenticolare situata nella costellazione della Balena.

La sua individuazione è stata annunciata nel 1865 dall'astronomo italiano Gaspare Stanislao Ferrari.[1]

La sua distanza dal nostro sistema solare è stata ipotizzata in 350 milioni di anni luce e avrebbe un diametro di circa 62.000 anni luce.[3]

Dubbi sulla sua esistenza

La galassia è stata individuata nel 1865 dall'astronomo italiano Gaspare Ferrari,[6] ma osservazioni successive indicano che non esiste nessun oggetto celeste alle coordinate indicate dallo scopritore e quindi andrebbe considerato come "oggetto perduto" o "inesistente" o frutto di un errore nel riportare i dati.

L'unico oggetto di una certa rilevanza nei dintorni è la galassia PGC 1671, identificata dal database NASA/IPAC[7] che però annota che NGC identification is very uncertain.[3] Anche WikiSky[8] ipotizza che si tratti dello stesso oggetto.

Note

  1. ^ a b c (EN) Courtney Seligman, Celestial Atlas NGC Objects: NGC 100 - 149, su cseligman.com. URL consultato il 16 luglio 2023.
  2. ^ a b Michael F. Skrutskie, Roc M. Cutri, Rae Stiening, Martin D. Weinberg, Stephen E. Schneider, John M. Carpenter, Charles A. Beichman, Richard W. Capps, Thomas Chester, Jonathan H. Elias, John P. Huchra, James W. Liebert, Carol J. Lonsdale, David G. Monet, Stephan Price, Patrick Seitzer, Thomas H. Jarrett, J. Davy Kirkpatrick, John E. Gizis, Elizabeth V. Howard, Tracey E. Evans, John W. Fowler, Linda Fullmer, Robert L. Hurt, Robert M. Light, Eugene L. Kopan, Kenneth A. Marsh, Howard L. McCallon, Robert Tam, Schuyler D. Van Dyk e Sherry L. Wheelock, The Two Micron All Sky Survey (2MASS), in The Astronomical Journal, vol. 131, n. 2, 1º febbraio 2006, pp. 1163–1183, Bibcode:2006AJ....131.1163S, DOI:10.1086/498708, ISSN 0004-6256 (WC · ACNP).
  3. ^ a b c d e f g h i NED results for object NGC 0116, su nedwww.ipac.caltech.edu, National Aeronautics and Space Administration / Infrared Processing and Analysis Center. URL consultato il 16 luglio 2023.
  4. ^ (FR) Les données de «Revised NGC and IC Catalog by Wolfgang Steinicke» sur le site ProfWeb, NGC 100 à 199, su dpelletier.profweb.ca. URL consultato il 30 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2023).
  5. ^ NGC 116, in SIMBAD, Centre de données astronomiques de Strasbourg. URL consultato il 12 febbraio 2021.
  6. ^ Revised NGC Data for NGC 116, su spider.seds.org. URL consultato il 6 febbraio 2016.
  7. ^ (EN) Results for object PGC 1671, su ned.ipac.caltech.edu, NASA/IPAC Extragalactic Database. URL consultato il 28 aprile 2022.
  8. ^ (EN) WikiSky, SKY-MAP.ORG, su server1.sky-map.org. URL consultato il 28 aprile 2022.

Altri progetti

  Portale Oggetti del profondo cielo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di oggetti non stellari