Museo del ricamo
Il Museo del ricamo è situato nel Palazzo Rospigliosi a Pistoia e custodisce ed espone una collezione di ricami, realizzati dal XVII al XX secolo, e gli strumenti e le tecniche di lavorazione della tradizionale arte del ricamo pistoiese. Il museoIl museo è stato fondato nel 2004 su iniziativa della Provincia di Pistoia e del Comune di Pistoia, e del Movimento Italiano Casalinghe (MOICA). È ospitato in due sale al piano terreno dell'antico palazzo Rospigliosi, edificato alla fine del Cinquecento, che comprende anche il Museo diocesano e il Museo Clemente Rospigliosi. L'arte del ricamo si sviluppò nel pistoiese dal XVII secolo, tramandata nel corso dei secoli per opera delle monache dei monasteri di clausura, dei collegi femminili, e poi di vere e proprie scuole-laboratorio di ricamo. I tessuti ricamati erano destinati prevalentemente ai corredi per la casa e alla biancheria personale delle famiglie più agiate e nobili, come segno di prestigio e ricchezza. Di rilievo anche la produzione di tessuti ricamati per gli arredi e gli abiti d'uso ecclesiastico. Il percorso espositivoIl percorso si articola in due sale:
Nei grandi pannelli sono descritti gli strumenti usati per secoli dalle donne per la filatura e il ricamo, e le tecniche di lavorazione, con i punti da ricamo tipici della tradizione locale: il punto antico, lo sfilato, il punto di Casalguidi, il punto Pistoia. Il punto Pistoia è un mix fra il "punto lanciato" e il "punto filza". Con questo punto è stato realizzato il manufatto artistico raffigurante una scena domestica formata da cinque donne che ricamano, tratta da un disegno del pistoiese Mario Nannini morto nel 1918 a soli ventitré anni. L'immagine per la perfezione di esecuzione che sembra simulare una incisione o un disegno a china, e per il pathos trasmesso è diventata l'emblema del museo. Nelle teche sono esposti alcuni strumenti di lavoro: aghi, punteruoli (piccolo bastoncino appuntito in metallo, avorio o plastica che serve per ricami particolari, specie il Madera, con il quale si può forare il tessuto da rifinire con il punto cordonetto)[1], uncinetti, forbici, porta fili, ditali, puntaspilli ecc.
Di alto pregio è anche il parato della Domenica in Albis o più esattamente il parato per la festa dell'Annunciazione (secolo XVIII) proveniente dal Monastero di Santa Maria degli Angeli, importante per tipologia e raffinatezza decorativa. Tutti gli elementi del parato sono ricamati in oro e seta dalle mille sfumature. Note
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