Mimi Kodheli
Mimi Kodheli (Tirana, 11 settembre 1964) è un'economista e politica albanese. È stata la prima donna ad essere nominata Ministro della difesa dell'Albania nel primo governo di Edi Rama.[1] BiografiaKodheli è nata a Tirana l'11 settembre 1964.[2] Nel 1986 si è laureata in Finanza all'Università di Tirana. Nel 2000 ha conseguito un Master in Public Administration presso l'Università del Nebraska-Lincoln. Nel 2007 ha conseguito un dottorato di ricerca in Scienze Economiche presso l'Università degli Studi di Verona.[2] Parla fluentemente l'inglese e l'italiano e conosce il francese e lo spagnolo.[2] CarrieraKodheli è entrata in politica nel 2002 quando è stata nominata vicesindaco di Tirana.[2] Nel 2005 è stata nominata prefetto della prefettura di Tirana.[2] Dal 2007 è membro della Presidenza del Partito Socialista d'Albania.[2] Dal 2013 è il capo del Partito socialista per la regione di Lezha.[3] Dalle elezioni del 2009 Kodheli è membro dell'Assemblea di Albania per la prefettura di Kukës.[2] Dal 2009 al 2013 è stata vicepresidente della Commissione Economia e Finanze.[2] Dal 2017 Kodheli è presidente della Commissione per gli Affari Esteri.[4] Il 15 settembre 2013 Kodheli è stata nominata Ministro della Difesa nel primo governo di Edi Rama, sostituendo Arben Imami.[5] In questo ruolo ha collaborato con il suo omologo croato Damir Krstičević per scrivere una lettera al segretario generale della NATO Jens Stoltenberg nel 2017, invitando la NATO a rivedere i piani per la sua missione di pace in Kosovo e sostenendo che la retorica nazionalista dei politici serbi minaccia di destabilizzare la regione segnata dalle guerre degli anni Novanta.[6] Scandalo del plagioNell'ottobre 2018 molti personaggi pubblici e politici in Albania sono stati coinvolti in uno scandalo di plagio che ha coinvolto i loro master e tesi di dottorato. Il nome di Mimi Kodheli è stato uno dei tanti menzionati nello scandalo. La denuncia di casi di plagio è stata avviata da Taulant Muka, un giovane epidemiologo formatosi in Olanda, che ha intrapreso una crociata contro i "falsi" dottorati di ricerca tenuti da molti politici e funzionari governativi.[7] Questo scandalo ha suscitato, tra l'altro, proteste a livello nazionale da parte degli studenti delle università pubbliche, che hanno richiesto una verifica di tutti i titoli accademici posseduti da personalità pubbliche, funzionari statali e politici.[8] Note
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