Merope (D'Annunzio)
Merope. Canti della guerra d'oltremare è un libro di poesie di Gabriele D'Annunzio. È considerato il quarto volume delle Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi. Il sottotitolo deriva dal fatto che essa è principalmente la celebrazione della guerra italo-turca per il possesso della Libia. Vicende editorialiL'opera fu scritta da d'Annunzio nel 1912 per celebrare l'impresa italiana in Libia, tuttavia una delle dieci canzoni dell'opera: Canzoni dei Dardanelli, fu giudicata di stampo razzista, e dunque censurata, a causa di una violenta invettiva rivolta contro l'Austria-Ungheria a quell'epoca parte come l'Italia della Triplice Alleanza, oltre che contro l'Impero ottomano. «E quei che verso il Reno ora digrigna l’invasor che sconobbe ogni gentile il saccardo che mai non si commosse (...) Egli è l’angelicato impiccatore, Mantova fosca, spalti di Belfiore, La schifiltà dell’Aquila a due teste, Altro portento. Il canapo scorsoio mentre ogni notte in sogno è schiaffeggiato (...) Oh Alleanza mistica, salute! e d’austriaco sevo unto il molliccio L'opera fu ripubblicata integralmente nel 1915, nel mezzo della prima guerra mondiale. Anche in questo periodo l'opera fu giudicata razzista. Contenuto e temiLe canzoni in terzine celebrano le vicende storiche e semi-leggendarie dell'impresa dell'Italia in Libia nei primi anni del 1900. Cantando ciò, D'Annunzio, come nei precedenti libri delle Laudi, traccia intermezzi che alludono ad alte imprese italiane compiute nel Medioevo, piangendo ad esempio la caduta di Costantinopoli ad opera dei Turchi, oppure la vicenda della sconfitta di questi a Lepanto. Componimenti
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