MerocleMerocle (in greco antico: Mοιροκλῆς?, Moiroklês; Salamina, IV secolo a.C. – dopo il 335 a.C.) è stato un politico e oratore ateniese. BiografiaMerocle, contemporaneo di Demostene, come lui fu avversario dei re di Macedonia Filippo e Alessandro; fu uno degli oratori ateniesi anti-macedoni di cui Alessandro chiese la consegna dopo la distruzione di Tebe (335 a.C.), anche se in seguito ritirò questa richiesta per la mediazione di Demade.[1] Merocle è menzionato come avvocato di Teocrine e nell'orazione Contro Teocrine, un tempo posta tra quelle di Demostene, è conosciuto principalmente come l'autore di un decreto in base al quale gli Ateniesi e i loro alleati unirono le loro forze per la repressione della pirateria.[2] In un'occasione fu perseguito da Eubulo per un atto di estorsione praticato su coloro che affittavano le miniere d'argento,[3] mentre il commediografo Timocle, afferma che ricevette tangenti da Arpalo;[4] a un certo punto fu anche imprigionato, ma non si sa il motivo. Merocle fu poi l'accusatore dei figli di Licurgo, secondo una lettera attribuita a Demostene, ma l'autenticità di quest'ultima è dibattuta;[5] secondo lo Pseudo-Plutarco, tuttavia, era Menesecmo che li aveva imprigionati.[6] Merocle è citato anche da Aristotele.[7] Note
Bibliografia
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