McLaren MP4/15
La McLaren MP4/15 è la monoposto della McLaren realizzata per partecipare al Campionato mondiale di Formula 1 2000, affidata al campione del mondo in carica Mika Häkkinen e a David Coulthard. CaratteristicheLa monoposto presentò poche differenze estetiche rispetto alla MP4/14 utilizzata nella stagione 1999, ma rimase la principale rivale della Ferrari. Venne progettata da Adrian Newey, il quale aveva già firmato le McLaren con cui Häkkinen aveva vinto i mondiali 1998 e 1999. Il motore rimase, com'era dal 1995, il tedesco Mercedes-Benz. Carriera agonisticaStagione 2000La stagione ripropose, come nel biennio precedente, un'altra lotta Ferrari-McLaren, ma questa volta fu Michael Schumacher, al volante della F1-2000, a ottenere l'iride. Dopo la partenza perfetta del tedesco, con tre vittorie nelle prime tre gare, e inversamente un pessimo avvio per Häkkinen con due ritiri,[1] il finlandese si rifece sotto con due vittorie (Montmeló e Zeltweg) finché, con il successo agostano all'Hungaroring, riportò la McLaren in testa alle due graduatorie mondiali.[2] La successiva affermazione del campione del mondo in carica a Spa-Francorchamps – ricordata per il sorpasso del finlandese su Schumacher nel rettilineo del Kemmel, saltando nel mezzo anche la BAR del doppiato Zonta, e rimasto per questo tra i più acclamati nella storia della Formula 1[3] – sembrò porre una seria ipoteca sul possibile terzo titolo iridato per Häkkinen, che balzò a +6 sul ferrarista in classifica generale.[4] Tuttavia proprio da qui ebbe inizio la rimonta di Maranello, che non lasciò più vittorie alla squadra di Woking per il resto del campionato.[1] Nell'immediato Häkkinen limitò i danni con il secondo posto di Monza,[1] ma punto di svolta della stagione fu la terz'ultima gara, quella del debutto del circus a Indianapolis, dove il finlandese fu tradito dal propulsore Mercedes della sua MP4/15 mentre si trovava all'inseguimento del battistrada Schumacher, scivolando di colpo a −8 dal rivale.[5] Nonostante un serrato duello a Suzuka, dove i due contendenti fecero gara a parte rispetto al resto della griglia,[1] a spuntarla sull'asfalto giapponese fu ancora Schumacher che si assicurò matematicamente il titolo piloti,[6] costringendo Häkkinen ad abdicare dopo due anni. L'ultima gara della stagione vide la McLaren presentarsi a Sepang ancora con la speranza di fare suo quantomeno l'alloro costruttori,[7] ma un doppio podio Ferrari precluse pure quest'ultima ambizione.[8] Il team britannico chiuse quindi il 2000 al secondo posto del mondiale, frutto anche delle tre vittorie (Silverstone, Monte Carlo e Nevers Magny-Cours) ottenute della seconda guida Coulthard,[1] da par suo terzo in classifica piloti, immediatamente alle spalle del compagno di box. Risultati in Formula 1
Note
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