Matteo l'eremita
San Matteo l'eremita (in arabo القديس مار متى الناسك?; in siriaco Mor Mattai; IV secolo – Bartella, IV secolo) è stato un religioso siriaco. È venerato come santo nella Chiesa ortodossa siriaca e la sua festa è il 18 settembre. AgiografiaMatteo nacque all'inizio del IV secolo in un villaggio a nord di Amida, in una famiglia cristiana. Studiò presso il Monastero dei Santi Sergio e Bacco per sette anni, dopodiché divenne monaco presso il Monastero di Zuqnin e fu ordinato presbitero.[1] Dopo l'ascesa al trono dell'imperatore Giuliano l'Apostata nel 361 e la successiva persecuzione del cristianesimo, Matteo e altri monaci fuggirono nell'impero sasanide e si insediarono sul monte Alfaf.[2] Matteo praticò l'ascetismo in una grotta sulla montagna e divenne famoso come operatore di miracoli.[3] Avendo fatto un sogno in cui un angelo lo istruiva a cercare Matteo,[1] Behnam, figlio del re Sinharib di Assur,[4] incontrò il santo e discusse insieme a lui del cristianesimo.[5] Consapevole della reputazione di Matteo come taumaturgo, il principe gli chiese di unirsi a lui al suo ritorno ad Assur e di guarire sua sorella Sara dalla lebbra, cosa che accettò.[6] Matteo incontrò Behnam e Sara fuori dalla città di Assur e guarì la sua malattia. Behnam, Sarah e quaranta schiavi successivamente si convertirono al cristianesimo e il santo li battezzò. In seguito, Matteo tornò nella sua grotta sul monte Alfaf. Sinharib scoprì la conversione dei suoi figli e tutto il gruppo subì il martirio mentre tentava di fuggire da Matteo sul monte Alfaf.[6] Il re impazzì e fu portato sul luogo della morte dei martiri dalla madre di Behnam. Matteo incontrò Sinharib e la regina lì e guarì il re dalla sua follia.[3] Tornarono ad Assur, il santo battezzò Sinharib e sua moglie[4] e, su richiesta di Matteo, il re costruì un monastero sul monte Alfaf, che in seguito divenne noto come Monastero di San Matteo. Matteo risiedette nel monastero fino alla sua morte e vi fu sepolto.[1] Note
Bibliografia
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