Massimo Villone
Massimo Villone (Napoli, 21 marzo 1944) è un politico e costituzionalista italiano. È professore emerito di Diritto costituzionale nell'Università degli Studi di Napoli "Federico II".[1] BiografiaCarriera accademicaVillone si laurea in giurisprudenza presso l'Università di Napoli nel 1966; consegue poi il Master of Laws presso la Harvard Law School nel 1971. Ha insegnato a Macerata (1973-1980), Salerno e Napoli.[1] Attualmente è emerito di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II". È stato componente del consiglio di amministrazione e direttore del dipartimento di diritto costituzionale italiano e comparato. È autore di saggi e monografie.[1] Villone è membro della direzione di Costituzionalismo.it e del comitato scientifico di Astrid, oltre che socio fondatore di Mezzogiorno Europa.[1] È stato il presidente del Comitato per l'abrogazione dell'Italicum. Si è schierato a favore del no alla riforma costituzionale del governo Renzi. È attualmente presidente del Coordinamento per la Democrazia costituzionale. Editorialista del quotidiano comunista "il manifesto", pubblica periodicamente articoli nei quali, attraverso la lente del diritto costituzionale italiano e comparato, analizza i temi politici di più grande attualità del panorama italiano. Scrive su Repubblica Napoli sui temi della politica regionale e locale. Carriera politicaProveniente dall'esperienza del Partito Comunista Italiano, allo scioglimento del partito nel 1991 passa nel PDS. Nel 1992 e poi di nuovo nel 1993 è eletto consigliere comunale a Napoli.[1] Nel 1994, col PDS, viene per la prima volta eletto senatore. L'incarico viene riconfermato alle elezioni politiche del 1996 e, con i DS, del 2001 e del 2006. Nella XIII Legislatura ricopre fra l'altro il ruolo di presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, e di vicepresidente nella XIV Legislatura. Dal 1997 al 2001 ha fatto parte della Commissione bicamerale per le riforme costituzionali voluta da Massimo D'Alema.[1] Villone decide, allo scioglimento dei DS di non approdare nel Partito Democratico; segue infatti la via di Fabio Mussi e Cesare Salvi ed è tra i fondatori del movimento della Sinistra Democratica. Pur continuando l'attività politica, non viene ricandidato alle politiche del 2008. Nel 2009 esce da Sinistra Democratica insieme a Salvi e, con l'Associazione Socialismo 2000, aderisce alla Lista comunista ed anticapitalista che vede insieme PRC e PDCI, che poi sarà l'inizio della Federazione della Sinistra.[1] Pubblicazioni
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