Martin Disteli
Martin Disteli (Olten, 28 maggio 1802 – Soletta, 18 marzo 1844) è stato un pittore e vignettista svizzero. BiografiaMartin Disteli nacque da Urs Martin Disteli, un ricco fabbricante di seta, e sua moglie Anna Maria Kümmerli. Aveva una sorella, Elise Johanna, che sposò nel 1835 il politico Joachim Leonz Eder. Si sposò con la contadina Theresa Gisiger.[1][2][3] Studiò prima a Lucerna, poi a Friburgo e infine a Jena; inizialmente studente di scienze naturali e storia, mostrò infine un precoce talento nel disegno, soprattutto satirico, e si dedicò maggiormente all'arte.[2] Entrato a far parte di una confraternita illegale, venne prima brevemente detenuto e infine espulso dall'università di Jena nel 1822 per aver pubblicamente accusato Goethe di essersi compromesso con la Restaurazione.[1][2][3] Nel 1825 soggiornò brevemente a Monaco di Baviera, dove venne influenzato dallo stile di Peter von Cornelius.[1][3] Rientrato in Svizzera, Disteli si dedicò interamente alla pittura, disegnando insegne e ritratti, illustrando libri e collaborando col quotidiano tascabile Alpenrosen, per il quale ritraeva soprattutto episodi bellici della convulsa situazione politica elvetica di quegli anni.[1][3] Arruolatosi nella milizia cantonale nel 1831, raggiunse il grado di tenente colonnello[3] e partecipò alle lotte nel vicino canton Basilea, schierandosi con la fazione campagnola e combattendo nella battaglia di Hülftenschanz, che poi raffigurò in un suo celebre disegno. Per i suoi servigi ricevette la cittadinanza onoraria del canton Basilea Campagna.[1] Rientrato nel proprio cantone proseguì la carriera artistica fondando una scuola di disegno ad Olten, venendo assunto come insegnante nella scuola cantonale di Soletta nel 1836, e infine contribuendo dal 1839 alla morte al popolare Schweiz Bilderkalender, un calendario illustrato.[1][2][3] Morì a quarantadue anni a Soletta. Il suo corpo venne trasportato nella sua città natale e ivi sepolto con gli onori militari. Parte dei suoi lavori sono conservati nel museo d'arte di Liestal, mentre ad Olten gli sono intitolati una strada[4] e il locale museo, aperto nel 1902. NoteAltri progetti
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