Marquardo SusannaMarquardo Susanna, latinizzato come Marquardus de Susannis (Udine, 1508 circa – 1578), è stato un giurista e avvocato italiano del XVI secolo, cittadino della Repubblica di Venezia.[1] Lodato dai suoi contemporanei per la sua conoscenza giuridica, svolse incarichi per la Serenissima e pubblicò due opere di argomento religioso.[1] BiografiaNacque intorno al 1508 a Udine, figlio di Cristoforo Susanna e Lucrezia Antonini.[1] Dopo avere studiato in gioventù nella città natale sotto Gregorio Amaseo, G.B. Privitellio e Francesco Alunno, si trasferì presso l'Università di Padova, dove conseguì il dottorato in giurisprudenza nel 1522. Tornato a Udine, si sposò con Samaritana Biancone ed esercitò la professione di avvocato, sia nelle cause civili sia presso il tribunale ecclesiastico.[1] Per conto della Repubblica di Venezia operò nel 1563 all'interno di un gruppo di giureconsulti che affiancarono i commissari veneti per dirimere il problema dei confini con la Provincia Austriaca, governata dagli arciduchi Carlo e Ferdinando d'Austria.[1] Ebbe incarichi politici nei domini di Terraferma della Serenissima, tra i quali nel 1565 quello di vicario di Giambattista Contarini, podestà della città di Padova.[1] Marquardo Susanna scrisse varie opere riguardanti la propria attività giuridica,[2] ma pubblicò (a Venezia) solo due trattati di tema religioso, il De iudaeis et aliis infidelibus nel 1558 (dedicandolo a papa Paolo IV) e il De coelibatu sacerdotum non abrogando nel 1565 (dedicato a papa Pio IV). Nel De iudaeis raccoglie le tesi antigiudaiche in voga nel tempo e scrive che, pur avendo diritto di cittadinanza, gli ebrei possono essere espulsi se imputati di gravi crimini e macchinazioni, citando come caso esemplare la diffusione della peste di Udine del 1556, quando gli ebrei furono cacciati dalla città.[3] Morì a settant'anni nel 1578.[1] Opere
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