È stato consigliere-fondatore della Fondazione Marino Piazzolla. Dal 1966 fino alla morte, Sansone ha presieduto il Premio Nazionale "Lanciano" di poesia dialettale (poi "Lanciano-Mario Sansone"), fondato dai poeti abruzzesi Ottaviano Giannangeli e Giuseppe Rosato.
Il 25 luglio 1956, a Bari, Mario Sansone fu raggiunto da due colpi di pistola esplosi dalla moglie gelosa che lo aveva sorpreso mentre si intratteneva in una stanza d'albergo con una giovane assistente, Gloria Pasquariello, divenuta poi madre del giudice Henry John Woodcock. Il processo, celebrato l'anno successivo, ebbe vasta risonanza mediatica[1] e si concluse con la condanna della moglie a due anni e quattro mesi di carcere, poi ridotti a un anno e sei mesi[2].
Pensiero
L'opera di critica e di storiografia di Sansone risente pienamente della filosofia e dell'estetica di Croce, come gli aveva trasmesso il suo maestro Francesco Torraca. L'autore che il critico analizzò in modo maggiormente approfondito fu Alessandro Manzoni e lo studio della critica e della storiografica dei primi saggi dell'autore e della sua poetica, possono considerarsi "dei classici della critica letteraria italiana del novecento" [3].
Opere
Saggio sulla storiografia manzoniana, Ricciardi, Napoli, 1938