Mario Cucca
Mario Vincenzo Cucca (Orgosolo, 24 dicembre 1894 – Noarì, 25 maggio 1937) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso delle operazioni militari in Africa Orientale Italiana. BiografiaNacque a Orgosolo, in provincia di Nuoro, il 24 dicembre 1894, figlio di Valentino e Lorenza Mamberti.[1] Arruolatosi volontario nel Regio Esercito nel settembre 1913, in forza al 45º Reggimento fanteria, nell'aprile del 1914 fu trasferito in Libia nel Corpo volontari.[1] Sbarcato a Tripoli il 10 aprile, fu assegnato in servizio al I Battaglione fanteria, venendo promosso sergente maggiore il 1º ottobre 1916.[1] Il 5 luglio 1917, trasferito al 35º Reggimento fanteria, fu nominato aspirante ufficiale di complemento, divenendo sottotenente un mese dopo.[1] Nell'aprile 1919, dopo essere stato in servizio presso il 7º Reggimento fanteria e poi all'82º Reggimento fanteria, entrò in servizio permanente effettivo. Dopo sei anni di servizio in Colonia, rientrò in Italia nell'ottobre 1920, per entrare in servizio presso il 46º Reggimento fanteria.[1] Promosso tenente nel 1924, divenne capitano nel 1932 in forza al 2º Reggimento fanteria "Re".[1] Nell'agosto 1935 fu trasferito al 527º Battaglione mitraglieri del 39º Reggimento fanteria "Bologna", mobilitato per le esigenze legate alla guerra d'Etiopia. Si imbarcò per l'Africa Orientale Italiana il 4 ottobre, sbarcando a Massaua quattro giorni dopo. Il 28 aprile 1936 fu trasferito in servizio presso il Regio Corpo Truppe Coloniali dell'Eritrea[1]. Cadde in combattimento durante le operazioni di contrasto alla guerriglia etiope il 25 maggio 1937.[1] Per onorarne il coraggio fu decretata la concessione della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Onorificenze«Comandante di compagnia, già distintosi in precedenti Operazioni di polizia coloniale per perizia, ardimento, sprezzo del pericolo ed entusiasmo, in aspro e duro combattimento, attaccato da forze nemiche preponderanti, ne conteneva l’impeto e le contrattaccava infliggendo loro perdite sensibili. Con la sua azione contribuiva notevolmente al felice esito delle nostre armi in quella giornata. In successivo combattimento, di fronte a posizioni nemiche forti e saldamente difese, si portava con la propria compagnia all’attacco. Ferito alla mano sinistra proseguiva nell’avanzata fino a distanza di assalto. Ferito una seconda volta al braccio sinistro, al reciso invito di portarsi al posto di medicazione, rispondeva: « Ho il braccio sinistro ancora buono; vado all’assalto." Viva l’italia, viva il Re! ". Scattava all’assalto, trascinando con l’esempio i suoi uomini e cadeva da eroe, fulminato da una raffica di mitragliatrice, sulla raggiunta posizione nemica, mentre ancora incitava i suoi ascari alla lotta. Ferrea figura di soldato, animatore magnifico. Fulgido esempio delle virtù guerriere di nostra stirpe. Mens, 6-20 maggio 1937; Noarì, 23 - 25 maggio 1937 .[3]»
— Regio Decreto 15 aprile 1938.[4] NoteAnnotazioni
Fonti
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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