Marino Mastrangeli
Marino Germano Mastrangeli (Lecco, 26 ottobre 1971) è un politico italiano. BiografiaNato a Lecco, vive a Cassino (FR) ed è stato dipendente del Ministero dell'Interno (come assistente capo della Polizia di Stato) dal 1990 al 2007[1] quando, a causa di un infortunio sul lavoro, è stato collocato a riposo[1]. Nel 2012 inizia l'attività politica nel Movimento 5 Stelle candidandosi alle elezioni comunali di Frosinone, ma non viene eletto[2]. Nel dicembre 2012 si è candidato alle "parlamentarie" del Movimento 5 Stelle classificandosi, con 64 preferenze, all'ottavo posto nella lista del Lazio 2[3], ma passando poi, contestualmente alla formazione della lista unica per l'intero Lazio[4], in quarta posizione per il Senato[5] perché over 40. Alle elezioni politiche del 2013 è stato infatti eletto senatore della XVII Legislatura nella circoscrizione Lazio. A causa delle sue partecipazioni a programmi televisivi come Pomeriggio Cinque su Canale 5,[6] L'arena su Rai 1, Agorà su Rai 3[7], Quinta Colonna su Rete 4 e L'aria che tira su La7, viene espulso dal Movimento 5 Stelle, poiché tali partecipazioni ne violerebbero il regolamento interno. L'espulsione viene assunta nel corso di un'assemblea dei gruppi parlamentari del movimento il 22 aprile 2013 e confermata il 30 aprile da una votazione online che ha visto favorevoli l'88,8% dei votanti, pari a 17.177 "sì" su 19.341 partecipanti (su 48.292 iscritti aventi diritto). In seguito a questo risultato Mastrangeli ha attivato i suoi legali[8] per contestare in sede giudiziaria tale decisione. Mastrangeli, infatti, sostiene di aver fatto solamente interviste one-to-one e non partecipazioni a talk show e ha giudicato l'espulsione illegittima, definendola «un atto da Corea del Nord»[9] in un'intervista alla trasmissione radiofonica Un giorno da pecora, ha inoltre definito il suo ex capogruppo Vito Crimi come «peggio di Kim Jong-un»[10]. Il 2 ottobre 2013, insieme alle colleghe senatrici ex M5S Fabiola Anitori, Adele Gambaro e Paola De Pin, vota la fiducia al Governo Letta[11]. Oltre ad aver contestato la restituzione della diaria appena eletto,[12] a Palazzo Madama è stato produttivamente assente (314° su 315), con nessun atto come primo firmatario e a processo per abuso edilizio.[13] Note
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