Maria Efrem Garrelon
Maria Efrem del Sacro Cuore di Gesù, al secolo Lucien Garrelon[1] (Casteljaloux, 18 novembre 1827 – Mangalore, 11 aprile 1873), è stato un missionario e vescovo cattolico francese. BiografiaStudiò nel seminario di Agen e fu ordinato prete il 21 dicembre 1850; fu direttore del collegio di San Caprasio, poi parroco di Marmande e quindi rettore del seminario maggiore di Agen.[2] Dal 1853 assistette a Bordeaux Pierre-Bienvenu Noailles nella direzione dell'istituto della Sacra Famiglia, poi maturò la decisione di abbracciare la vita religiosa tra i carmelitani scalzi.[2] Vestì l'abito religioso tra i frati del convento di Le Broussey il 15 maggio 1854, prendendo il nome di Maria Efrem del Sacro Cuore; il 17 maggio 1855 professò i voti. Insegnò teologia dogmatica nel convento di Carcassonne, fondò e diresse il convento di Rennes e nel 1858 fu eletto priore del convento di Bordeaux.[2] Lasciò il priorato nel 1859 e chiese di essere assegnato alle missioni in India: raggiunse il Malabar e lavorò nel Mahé; dal 1864 fu anche cappellano militare a Cannanore.[3] Fu nominato pro-vicario apostolico di Quilon nel 1866 e nel 1868 fu innalzato alla dignità episcopale (vescovo di Nemesi in partibus e vicario apostolico di Quilon). Per l'istruzione e l'educazione cristiana della popolazione del vicariato, chiamò a Quilon i Fratelli delle scuole cristiane e le Suore di San Giuseppe dell'Apparizione.[3] Iniziò poi a progettare la fondazione di una nuova congregazione femminile interamente dedita al lavoro missionario e nello spirito del Carmelo teresiano: ricorse all'aiuto di madre Veronica della Passione, superiora delle suore di San Giuseppe dell'Apparizione a Calicut,[3] che fu inviata a Bayonne a reclutare compagne. La nuova congregazione, detta del Carmelo apostolico, fu fondata il 16 luglio 1868.[4] Nel 1870 il vescovo raggiunse l'Europa per partecipare al Concilio Vaticano I, durante il quale fu trasferito al vicariato apostolico di Mangalore. Tornato in India, si stabilì a Mangalore, dove fu raggiunto dalle sue suore e da un gruppo di carmelitane scalze di Pau che fondartono un monastero di clausura.[4] La sua salute, compromessa dal lavoro, dall'austerità di vita e dalla mancanza di cure, peggiorò rapidamente. Morì quarantacinquenne, in concetto di santità.[4] Genealogia episcopaleLa genealogia episcopale è:
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