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Autodidatta e costantemente votato ad una sperimentazione estrema del suono in tutte le sue forme, ha lavorato sotto diversi pseudonimi e progetti, il più diffuso dei quali è Atrax Morgue, con il quale ha firmato la maggior parte delle sue opere. Attivo sulla scena power electronics dai primi anni '90, inizialmente noto come Marco Rotula, ha poi fondato l'etichetta indipendente Slaughter Productions attraverso la quale ha prodotto e distribuito centinaia di opere di propria produzione e di altri artisti, sempre circoscrivibili al genere musica elettronica sperimentale, power electronics e industrial.
La fitta attività di distribuzione lo ha reso nel tempo uno dei più fertili divulgatori della cultura musicale underground italiana ed europea, con un lascito di titoli, pubblicati su cassetta e cd, davvero sterminato.
In quasi 15 anni si è affermato come uno dei personaggi di spicco della scena industriale italiana e ha collaborato con noti e meno noti personaggi della scena industrial, quali Maurizio Bianchi, Eraldo Bernocchi dei Sigillum S, Deca, Gianni Pedretti (Colloquio) e Menarca (A. Facci / M. Corbelli / G. Pedretti)
Il suo stile e la sua iconografia hanno di volta in volta sposato le più irrequiete, provocatorie e disturbanti tematiche, esplorando attraverso la ricerca esasperata sul suono gli abissi dell'animo umano e accostandosi spesso a filoni culturali paralleli (cinema, letteratura, fumetto). Sadismo, necrofilia, serial-killer sono solo alcune delle fonti di ispirazione delle sue opere, che nelle performance dal vivo si manifestavano con angoscianti proiezioni video di operazioni di chirurgia plastica e spezzoni di famosi film horror.
V. Vale e Andrea Juno, Manuale di cultura industriale, a cura di Paolo Bandera, Shake Edizioni, 1998, ISBN88-86926-40-5.
Alessandro Papa (a cura di), Rumori sacri. Le vie esoteriche e mortifere di quattro protagonisti della musica post industriale italiana, Kali-Yuga Editions, 2011.
Flash Art, n. 227, Giancarlo Politi Editore, aprile-maggio 2001.