Marcello Arlotta
Marcello Arlotta (Napoli, 9 gennaio 1886 – Mare Adriatico, 16 agosto 1918) è stato un militare italiano, distintosi nel corso della prima guerra mondiale come comandante dei dirigibili D.E.4, D.E.8 e A.1. BiografiaNacque a Napoli il 9 gennaio 1886.[2] Tra il 1900 e il 1903 frequentò l'Accademia militare della Nunziatella.[3] Arruolatosi nella Regia Marina, fu imbarcato con il grado di guardiamarina sull'ariete torpediniere Etruria.[4] Nel maggio 1907 la nave prese parte alle commemorazioni del 3º Centenario della fondazione della Confederazione Nordamericana a Jamestown insieme all'incrociatore corazzato Varese, al comando del capitano di vascello Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi e all'ariete torpediniere Etna, con a bordo gli allievi dell'Accademia navale di Livorno, che nella parata militare defilarono alla testa della formazione degli allievi dell'Accademia militare di West Point.[4] L'Etruria visitò inoltre i principali porti degli Stati Uniti d'America. Risalendo il Potomac si ormeggiò davanti a Washington, poi passando nella baia di Chesapeake giunse a Baltimora.[4] Attraversando il Delaware sostò a Filadelfia, dove 100 uomini dell'equipaggio, fra cui lui, spensero un violento incendio, riscuotendo il plauso e la riconoscenza dei cittadini.[4] Lasciati gli Stati Uniti d'America l'Etruria fece rotta per il Sud America, dove risalì il Rio della Plata ed il Rio Parana.[4] Passò due volte lo Stretto di Magellano in pieno inverno antartico, e nell'Oceano Pacifico si spinse fino all'estremo nord della California. Al suo rientro a Napoli l''Etruria aveva percorso 73.000 miglia.[4] Promosso tenente di vascello, nel corso della prima guerra mondiale, fu comandante dei dirigibili D.E.4 (gennaio-giugno 1917) e D.E.8 (giugno 1917-gennaio 1918).[1] Il 19 giugno 1918 assunse il comando del nuovo dirigibile da alta quota A.1 da 18.000 m³, fu inviato a bombardare installazioni austro-ungariche a Cattaro nella notte del 16 agosto 1918.[1] Da questa missione non fece ritorno; la salma fu recuperata alcuni giorni più tardi nei pressi del capo Rodoni in Albania e venne tumulata con tutti gli onori militari.[1] Già decorato con una medaglia di bronzo al valor militare, ricevette postuma la medaglia d'argento al valor militare.[5] Gli è dedicato l'aeroporto di Taranto-Grottaglie.[5] Onorificenze«Comandante di un nuovo tipo di aeronave di alta quota e di nuovo impiego, con alto sentimento del dovere e con molto entusiasmo la preparava e la portava all'offesa della piazzaforte di Cattaro, che riusciva a bombardare efficacemente malgrado il nutrito fuoco contraereo nemico e le difficili condizioni in cui l'aeronave era venuta a trovarsi in seguito ad avaria. Poco tempo dopo in una spedizione da lui propugnata ed effettuata con rinnovato ardimento e spirito lasciava la vita nell'adempimento del suo dovere. Cattaro, 6-17 agosto 1918.»
— Decreto Luogotenenziale 16 febbraio 1919. «Tenne con molta perizia militare e tecnica il comando di una importante stazione aeronautica, partecipando personalmente ed attivamente alle azioni di offesa e di difesa aerea, dimostrando in ogni circostanza perizia, serenità, ed alto spirito combattivo. Basso Adriatico, 29 agosto-19 ottobre 1917.»
— Decreto Luogotenenziale 25 aprile 1918. NoteAnnotazioniFonti
Bibliografia
Collegamenti esterni
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