Nata[1] da una coppia di celebri attori attivi a Parigi alla Comédie Italienne, Giovanna Rosa Benozzi in arte Silvia[2] e Giuseppe Balletti detto Mario,[3] Maria Maddalena, all'età di dieci anni, incontrò per la prima volta l'avventuriero e scrittore veneziano Giacomo Casanova, amico intimo del fratello maggiore Antonio.[4] Durante il secondo soggiorno parigino, Casanova[5] fu ospite per molto tempo a casa dei Balletti e la frequentazione con la giovane Manon, allora diciassettenne, condusse a un fidanzamento.[6]
A dispetto della ben meritata fama di implacabile seduttore, Casanova, quasi certamente, intrattenne con Manon una relazione soltanto platonica, probabilmente anche a causa dei rapporti d'amicizia con i genitori e con il fratello che lo ospitavano generosamente.
Anche in tarda età l'avventuriero conservò un ottimo ricordo sia di Silvia che di Manon, rendendo costantemente omaggio, nei suoi scritti, alla loro purezza di costumi. La convinzione dell'avventuriero tuttavia non impedì il circolare di pettegolezzi sui loro rapporti.[7]
Malgrado gli alti e bassi, causati dall'incostanza di Casanova, la relazione con Manon durò circa tre anni. Sembra che le intenzioni dell'avventuriero fossero serie se è vero che, all'inizio del 1759, “fece le carte” per convolare a nozze con Manon.[8]
Ma, come altre volte accaduto durante la vita di Casanova, alle intenzioni non seguivano i fatti e, visto che non si giungeva a una conclusione, il fidanzamento fu interrotto.
L'epistolario
Manon scrisse a Casanova, in un arco di tempo che va dall'aprile 1757 al 7 febbraio 1760, 41 lettere ritrovate a Dux dopo la morte dell'avventuriero. Il tono delle lettere è uniforme: tutte contengono le stesse frasi affettuose, le dichiarazioni d'amore e di fedeltà. È abbastanza sorprendente che a soli quattro mesi dall'ultima lettera, che nulla faceva presagire, si siano celebrate le nozze di Manon con l'attempato architetto Blondel. Nelle Memorie, Casanova riporta un'ultima lettera, mai ritrovata, nella quale la ragazza annunciava le nozze e pregava l'ormai ex fidanzato di far finta di non conoscerla se mai avessero avuto occasione di incontrarsi in società.
Non è possibile appurare se la lettera di commiato sia stata mai stata scritta o costituisca una delle frequenti digressioni romanzate cui l'autore delle Memorie faceva ricorso nella sua opera autobiografica.
Per quanto riguarda il contenuto delle lettere, esse descrivono, in tono molto leggero, i piccoli fatti quotidiani, sempre rapportati alla vicenda sentimentale che Manon viveva, forse più nella fantasia che nella realtà, con Giacomo. Spesso Manon assume toni offesi per la presunta indifferenza del fidanzato e lo rimprovera con toni di una certa teatralità.[9] Il che, visto l'ambiente in cui Manon era nata e vissuta, appare inevitabile.
Lo stile dell'epistolario è vivissimo, non vi sono ricercatezze particolari nell'espressione che è sempre molto diretta. Gli errori di ortografia sono frequentissimi ed è evidente come Manon non si curasse di impressionare con orpelli retorici ma avesse a cuore innanzitutto l'esigenza di esprimere una tonalità emotiva spontanea e appassionata. Anche la cifra linguistica è piuttosto varia: non mancano, nel testo in francese, frasi in veneziano che rendono il pensiero con grande realismo e vivacità.[10]
Pur facendo parte di una famiglia di attori, non sembra che Manon abbia mai calcato le scene, salvo in occasioni mondane in cui si rappresentavano opere teatrali, alle quali partecipavano per diletto attori non professionisti. Eventi del genere erano abbastanza frequenti e coinvolgevano, non di rado, anche personaggi di rilievo a corte come la Pompadour.[11]
Il ritratto
Nel 1757 Manon fu ritratta dal pittore Jean-Marc Nattier. Non sono state chiarite le ragioni per cui Manon fu raffigurata dal celebre artista che era, all'epoca, al vertice della fama ed eseguiva ritratti dei personaggi più eminenti della nobiltà e più influenti a corte. Vista la notorietà di cui godeva la madre di Manon, si deve ipotizzare un legame di amicizia tra il pittore e la famiglia Balletti. Si è sostenuto che il ritratto sia denso di significati simbolici, ad esempio la rosa presente sul bordo della scollatura sembra sia un riferimento, neanche troppo velato, alla bellezza di Manon ma anche al suo carattere piuttosto “spinoso”.[12]
Dopo la rottura con Casanova, Manon, che nel frattempo (16 settembre 1758) aveva perso la madre, sposò, il 29 luglio del 1760, all'età di vent'anni, l'architetto e teorico di scienze architettoniche Jacques-François Blondel, all'epoca cinquantacinquenne e all'apice di una carriera che lo aveva portato a diventare architetto del re.[13]
Dal matrimonio nacquero due figli[14]: il primo morì il giorno successivo alla nascita e il secondo, Jean Baptiste, diventò anch'egli architetto, perpetuando con successo la tradizione di famiglia iniziata da Jean François Blondel zio di Jacques-François e proseguita da Jean-Baptiste Michel Vallin de la Mothe che ne era cugino.
La morte
Manon morì a soli 36 anni, probabilmente a causa di una ipertensione polmonare e Casanova osservò che il decesso era con certezza da imputarsi al suo carattere troppo sensibile e passionale.
Documenti
Rimangono numerosi documenti relativi alla situazione patrimoniale e familiare di Manon. L'atto di matrimonio, altri atti attinenti al matrimonio e un elenco dei beni mobili e delle rendite personali.[15] Dall'esame di questa documentazione si rileva che godeva di una notevole solidità reddituale, figura infatti nell'elenco una valutazione dei beni di 34.509 livres di cui 24.000 in contanti[16] e numerose rendite per oltre 7.000 livres, di cui due, di 300 livres annuali, costituite rispettivamente dal re Luigi XV e dalla Pompadour, che testimoniano il forte legame degli sposi con la corte.[17]
Note
^ Manon fu battezzata il 4 aprile 1740, padrino di battesimo fu Louis de Verton un diplomatico di rilievo, già ambasciatore del re di Francia presso la corte russa. La posizione del padrino è rivelatrice dell'importanza delle relazioni sociali intrattenute dai coniugi Balletti (fonte: Xavier de Courville, op. cit. in bibliografia pag. 48 e 98 nota 147).
^ Silvia Balletti (Tolosa 27 giugno 1701 - Parigi 16 settembre 1758) era universalmente riconosciuta come la maggiore interprete delle opere di Marivaux. Alcuni sostenevano che il successo che arrise ai lavori teatrali fosse dovuto più alla bravura dell'interprete che al valore dell'autore. Tra i suoi ammiratori si annoverava anche Federico il Grande, il quale scrisse: ...la Sylvia, toujours la meilleure actrice du royaume...(Fonte: Jacques Casanova de Seingalt - Histoire de ma vie. Texte intégral … cit. in bibl. Vol. I, pag 1011 nota).
Il suo nome d'arte, Silvia, era quello della prima amorosa nelle commedie.
^ Giuseppe Antonio Balletti, (Monaco1691 - Parigi1762) detto Mario dal nome del secondo amoroso della Commedia Italiana.
^ Antonio Stefano Balletti (14 maggio 1724 - Parigi 9 marzo 1789), attore di buona notorietà, lavorò a Parigi, Mantova, Milano. Dopo essere rientrato a Parigi nel 1750 fu per un periodo a Vienna. Rientrato definitivamente a Parigi fu pensionato dalla Comédie Italienne il 15 marzo 1769. Goldoni ne parla nelle sue Memorie definendolo padrone di due lingue (italiano e francese) e perfettamente in grado di lavorare con entrambe. Attribuisce inoltre la sua capacità teatrale all'insegnamento della madre e degli altri parenti: i notissimi attori "Lelio" e "Flaminia". Fonte: Jacques Casanova de Seingalt - Histoire de ma vie. Texte intégral … cit. in bibl. Vol. I, pag 1003 nota.
^ Il secondo soggiorno di Casanova a Parigi iniziò il 5 gennaio 1757.
^ Prima dell'arrivo a Parigi di Casanova, Manon era fidanzata con il maestro di musica e compositore, di origine provenzale, Charles-François Clement, nato nel 1720. Fonte:Jacques Casanova de Seingalt - Histoire de ma vie. Texte intégral … cit. in bibl. Vol. I, pag 1086 nota.
^ La voce popolare attribuiva a Casanova una relazione con Silvia Balletti, all'epoca cinquantenne, anzi si sosteneva che lei lo mantenesse. Di questi pettegolezzi rimane traccia nei rapporti dell'ispettore di polizia Meusnier il quale scrisse: Casanova, Italien, vit présentement sur le compt de la demoiselle Silvia, de la Comédie-Italienne (due rapporti di cui l'ultimo in data 17 luglio 1753, fonte: Jacques Casanova de Seingalt - Histoire de ma vie. Texte intégral, cit. in bibl. Vol. I, pag 1011 nota).
^ Casanova richiese a Venezia la fede di battesimo e un certificato di stato libero che fu redatto il 22 marzo 1759 (Archivio della Curia Patriarcale di Venezia), sulla base delle testimonianze di Giovan Battista Chiarini e dell'impresario teatrale Giuseppe Imer che lo conosceva sin da piccolo anche per essere stato un assiduo corteggiatore della madre Zanetta Farussi. Fonte: Furio Luccichenti, Casanova “fa le carte” per sposare Manon Balletti, in L'Intermédiaire des casanovistes, 2000, pag 27 e seg.
^Si veda ad esempio la lettera del maggio 1758 in cui Manon scrive ...Je vous écris, pour vous dire combien je suis indignée contre vous, pour vous dire combien je suis persuadée de votre peau d'amour pour moi... Fonte: Aldo Ravà, Lettere di donne... cit. in bibl. pag. 31.
^”...Bona sera jiacomo, sté savio e volé sempre un poco de ben a quella povera Nena...” Fonte: A. Ravà op.cit. pag.65.
^ In una lettera datata Pariggi, gli 9 7bre 1757 e inviata a Casanova, Silvia Balletti descrive l'esibizione della figlia, avvenuta il 5 settembre 1757, in occasione di una festa, data in onore di Stanislao Leszczyński, dalla marchesa di Monconseil in cui si rappresentavano varie pièces in una delle quali, Le bosquet de livres, Manon aveva recitato a fianco del padre Giuseppe Balletti.
^Per quanto riguarda la certezza dell'identificazione del soggetto del ritratto, esposto nella sala 33 della National Gallery a Londra, sono stati ricostruiti i passaggi di proprietà dello stesso. Iniziando da Madame Marbot, pronipote di Manon, il ritratto fu acquistato nel 1907 dalla duchessa di Manchester (il dato risulta da un'etichetta presente sul retro del quadro), passò poi alla sorella di quest'ultima Emilie Yznaga che lo lasciò in legato alla National Gallery. (fonte: Marco Leeflang, Manon rising star in L'intermédiaire des casanovistes, Genève 2010, Pag. 34).
^ Nell'atto di matrimonio, Blondel viene dichiarato vedovo di Marie Anne Garnier. Fonte Jacques Casanova de Seingalt - Histoire de ma vie. Texte intégral … Vol. I pag 1099, cit. in bibl.
^ Fonte: Marco Leeflang, Manon rising star in L'intermédiaire des casanovistes, Genève 2010, Pag. 34
^ Fonte: A. Ravà, Lettere di donne a G. Casanova, pag.80-82, cit in bibl.
^ La lira tornese era una moneta di conto, non coniata, che può essere valutata, come potere di acquisto, pari a 15 euro attuali. Quindi la somma superava il mezzo milione di euro. Fonte del metodo di stima: Camille Pascal, Le gout du roi, Question d'argent, pag.289, cit. in bibl.
^ Fonte: Jacques Casanova de Seingalt - Histoire de ma vie. Citato in bibl. Vol. I p. 1085-1099, Manon Balletti, l'amour inaccessibile (lettere a Giacomo Casanova). Appendice p. 1099 L'acte de mariage de Manon Balletti, Paris 29 juillet 1760.
Bibliografia
(FR) Jacques Casanova de Seingalt - Histoire de ma vie. Texte intégral du manuscrit original, suivi de textes inédits. Édition présentée et établie par Francis Lacassin. (ISBN 2-221-06520-4). Ed. Robert Laffont. 1993. Vol. I p. 1085-1099, Manon Balletti, l'amour inaccessibile (lettere a Giacomo Casanova). Appendice p. 1099 L'acte de mariage de Manon Balletti, Paris 29 juillet 1760.
(FR) Xavier de Courville, Un apôtre de l'art du théâtre au XVIII siècle Luigi Riccoboni, dit Lélio. Tome III (1732-1753). Librairie théatrale, Paris, 1958.
L'intermédiaire des casanovistes, editore Helmut Watzlawick, Genève, n ° XI, 39, 40. XII, 56. XIII, 48, 52, 59. XV, 79. XVI, 35. XVII, 27. XX 27, 46, 64. XXVII 34.
Vittorio Orsenigo (a cura di) A Giacomo Casanova. Lettere d'amore di Manon Balletti - Elisa von der Recke, Milano, Archinto 1997, ISBN 88-7768-211-6