Maestro di Lisignago[1][2] (XV secolo) è il nome con cui viene chiamato un non meglio identificato pittore tirolese[3] che operò nelle valli trentine di Cembra, Fiemme e Fassa nel XV secolo. Egli prende il nome dalla chiesa di San Leonardo di Lisignago, dove si trova la meglio conservata e più estesa delle sue opere; altri affreschi gli sono stati attribuiti grazie alle loro nette somiglianze stilistiche ed iconografiche a quelli di Lisignago[1].
Stile
Il Maestro di Lisignago era di probabile origine fiemmese[4], ma di formazione brissinese[5], come evidenzia il fatto che unisce temi della tradizione italiana con altri di stampo tedesco[4]. Prediligeva chiaramente le scene devozionali, dove le figure sono sempre ritratte nella stessa posa, e faceva infatti uso di "modelli" prefabbricati: mentre tali modelli sono riconducibili al Maestro, i vari affreschi erano portati a termine anche da altri pittori della sua bottega, come emerge da alcune differenze pittoriche[5].
Lo stile pittorico risulta abbastanza modesto, con tratti molto dritti e marcati, che fanno apparire i personaggi in pose poco naturali e con lineamenti duri; il Maestro è inoltre molto in difficoltà nel rendere correttamente la prospettiva[5]. Per contro abbonda nei dettagli, decorando riccamente le corone e gli abiti nobiliari e riempiendo le tavole delle Ultime Cene di diverse suppellettili (alcune delle quali, come i bretzel e i Krautstrunk, indicano chiaramente una vicinanza alla cultura tedesca)[5].
Opere
A sinistra, la Trinità "orizzontale e antropomorfa" nella chiesa di San Leonardo a Lisignago; a destra, l'Ultima Cena e la Madonna della Misericordia nella chiesa di Varena
A sinistra, gli affreschi nell'atrio della pieve di Cembra; a destra, le sante Barbara e Giuliana nella chiesa di Campitello di Fassa