Maestro del 1336Maestro del 1336 (fl. XIV secolo) è stato un pittore italiano. BiografiaLe pitture ad affresco risalenti al XIII e XIV secolo presenti in Bergamo e sul territorio bergamasco, non sono sempre state eseguite da pittori identificabili e conosciuti, per questo vi sono alcuni artisti a cui viene dato il nome derivante o delle località dove hanno lavorato o del soggetto che hanno eseguito o dal periodo, tra questi il “Maestro del 1336”, identificato dalla datazione delle sue opere.[1][2] I dipinti, presenti nella chiesa mariana di Bergamo, sono di matrice culturale lombarda, in particolare un affresco, riporta la datazione del 1336: Madonna col Bambino e santi Bartolomeo e Cristoforo, questo permette un'importante ricostruzione delle opere, che per l'assonanza espressiva e vena patetica sono riconducibili al medesimo pittore.[3] I lavori presentano un'artista maturo, con una cultura artistica sicuramente padana, quindi dell'antica padania comprensiva non solo della Lombardia ma pure dell'Emilia, secondo le indicazioni dei critici Francesco Arcangeli nel 1970, e da Alessandro Volpe, il quale meglio individuò l'artista: «proprio una visione d'insieme della cultura gotica dei primi anni del Trecento, tanto a Bologna che in Lombardia, permetterà di affinare chiavi di lettura […]».[4] La sua pittura si presenta di particolare realismo e concretezza dando ai personaggi una raffigurazione non solo corporea ma anche caratteriale e d'umanità. Nella serie Madonna in trono col Bambino e santi, è il santo posto a destra della Madonna a indicare il devoto posto ai suoi piedi che con gesto devozionale è genuflesso ai suoi piedi, mentre a fianco il santo cavaliere gli poggia una mano sulla spalla>; lo sguardo dei personaggi segue i diversi movimenti. Sono in queste raffigurazioni che l'artista si presenta anche come narratore. La stesura del colore in alcuni punti appare molto frettolosa, mentre in altre lenta e attenta, vi era sicuramente nell'artista il desiderio di esprimere particolari che riteneva importanti, sia nel drappeggio delle vesti che nell'incarnato con la luminosità delle gote. L'artista è un'ottima testimonianza di come l'arte emiliana si sia facilmente e rapidamente imposta anche sul territorio lombardo del XIV secolo. I dipinti dell'abside furono rinvenuti solo nel 1950 e fu chiesto il restauro ad Arturo Cividini. In occasione di questo restauro fu possibile riscoprire la datazione del 1336, solo la parte inferiore che raffigura l'Adorazione dei Magi non è del medesimo artista, venne individuato quindi un personaggio indicato come Maestro dell'Adorazione dei Magi.[5] Il dipinto posto sul transetto a sud della basilica composto da più sezioni è stato identificato da Luigi Angelini nel 1953, e successivamente da Sandro Angelini. Opere
I due affreschi sono posti sulla parete dell'abside che conduce al matroneo della navata sinistra rispetto al presbiterio; abside e matronei chiusi dopo la seconda metà del Quattrocento quando l'abside corrispondente fu demolita dai soldati di Bartolomeo Colleoni per costruire il mausoleo colleonesco presentano il medesimo stile, indicando la realizzazione del medesimo soggetto. I due affreschi sono visibili visitando il museo del tesoro della basilica. Gli affreschi sono inseriti in una cornice a motivi geometrici e girali.
Alcuni lavori presenti a Bergamo sono riferibili a maestranze vicine al maestro:
Note
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