Ma Lin (signore della guerra)

Ma Lin
馬麟

Governatore dello Qinghai
Durata mandatomaggio 1931 –
5 marzo 1938
PredecessoreMa Qi
SuccessoreMa Bufang

Dati generali
Partito politico Kuomintang
ProfessioneMilitare
Ma Lin
馬麟
NascitaLinxia, 1873
MorteQinghai, 26 gennaio 1945
EtniaHui
Religionemusulmana
Dati militari
Paese servitoCina (bandiera) Impero Qing
Repubblica di Cina (bandiera) Repubblica di Cina
Forza armata Esercito Rivoluzionario Nazionale
Anni di servizio1890 - 1945
GradoGenerale
GuerreRibellione dei Boxer
Conflitto musulmano nel Gansu (1927-1930)
Altre caricheGovernatore dello Qinghai
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Ma Lin[2] (in arabo ﻣَﺎ لٍ? , 馬麟T, 马麟S, Mǎ LínP, Ma LinW (Linxia, 1873Qinghai, 26 gennaio 1945) è stato un generale e politico cinese, governatore dello Qinghai dal 1931 al 1938 e fratello di Ma Qi[1].

Biografia

Musulmano nato nel 1873, succedette a suo fratello come generale nel sud-est della provincia di Gansu, consigliere del governo provinciale dello Qinghai e direttore facente funzione dell'Ufficio per la costruzione della provincia del Qinghai. Suo padre era Ma Haiyan[3] che aveva combattuto nella ribellione dei Boxer alla Battaglia di Langfang ed era morto di cause naturali nel 1900.

Ma Lin ha assistette lo Xidaotang (comunità religiosa islamica) nel presentare un ricorso contro Ma Anliang, dopo la sua morte nel 1919, per ottenere il riconoscimento come setta musulmana legittima.[4]

Il suo pronipote Ma Zhongying conquistò la città di Hezhou negli anni 1920 in una battaglia durante il conflitto musulmano a Gansu (1927-1930), e sconfisse l'esercito di Ma Lin, che era stato inviato a riconquistare la città.[5] Ma Lin sconfisse Ma Ting-hsiang (Ma Tingxiang)[6] e succedette a suo fratello Ma Qi come governatore dello Qinghai dopo la sua morte nel 1931, anche se il potere militare rimase nelle mani di suo nipote, generale Ma Bufang, che era succeduto a suo padre, Ma Qi, come comandante militare.[7]

In 1932, durante il suo governo sulla Qinghai, scoppiò la guerra sino-tibetana. Il suo rappresentante personale era Chao Pei-lei.[8]

Ma Lin tenne la posizione di governatore civile mentre Ma Bufang era governatore militare. Zio e nipote erano in contrasto tra di loro e la gente non ammirava Ma Bufang tanto quanto suo zio Ma Lin, che era adorato dal popolo.[9] Ma Lin svolgeva il suo incarico di governatore nello yamen e il suo segretario era un certo Feng.[10]

Nell'autunno del 1936 Ma Bufang fece un tentativo di espellere lo zio e prendere il suo posto[11] facendo la sua posizione instabile e insopportabile finché Ma Lin non rassegnò le dimissioni per fare Hajj a La Mecca. Al ritorno dal pellegrinaggio andò a far parte del Comitato del governo nazionale. In un'intervista venne descritto avere "alta ammirazione e incrollabile lealtà verso Chiang Kai-shek", ed era interessato al progresso della guerra contro il Giappone.[12]

Venne segnalato come un uomo pio e la sua moschea di famiglia era in buono stato.[13] La nuova setta Yihewani (Ikhwan) era patrocinata e sostenuta da Ma Lin e Ma Bufang per contribuire a modernizzare la società, l'istruzione e a riformare le vecchie tradizioni.[14]

Nel 1942 partecipò al 36° Concilio di Stato e l'unico altro membro di religione musulmana era l'uiguro Masud Sabri.[15]

Egli realizzò l'Hajj a La Mecca[16] accompagnato da 123 persone tra cui gli Imam Ma Debao e Ma Zhengqing, che riportarono in Cina l'ideologia salafita/wahhabita, che gli imam Yihewani respinsero prontamente come eretica.[17] Suo nipote Ma Bufang, governatore dello Qinghai, persecutori i salafiti/wahhabbiti.[18]

Morì il 26 gennaio 1945.

Suo figlio maggiore Ma Burong (Ma Pu-jung) 馬步榮 passò dalla parte dei comunisti, dopo il 1949, e donò 10.000 Yuan per sostenere le truppe cinesi nella guerra di Corea.[3] Egli aveva anche un altro figlio, Ma Buyuan (Ma Pu-yüan) 馬步援.[19]

Note

  1. ^ Jonathan Oliver Edmund Clubb, Communism in China: as reported from Hankow in 1932, Columbia University Press, 1968, p. 110. URL consultato il 28 giugno 2010.
  2. ^ Nell'onomastica cinese il cognome precede il nome. "Ma" è il cognome.
  3. ^ a b 民国少数民族将军(组图)2 - 360Doc个人图书馆, su 360doc.com. URL consultato il 10 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2018).
  4. ^ Jonathan Neaman Lipman, Familiar strangers: a history of Muslims in Northwest China, Seattle, University of Washington Press, 2004, p. 195, ISBN 0-295-97644-6. URL consultato il 28 giugno 2010.
  5. ^ Andrew D. W. Forbes, Warlords and Muslims in Chinese Central Asia: A Political Jistory of Republican Sinkiang 1911-1949, Cambridge, England, CUP Archive, 1986, p. 334, ISBN 0-521-25514-7.
  6. ^ Who's who in China; biographies of Chinese leaders, Shanghai, THE CHINA WEEKLY REVIEW, 1936, p. 185. URL consultato il 24 aprile 2014.
  7. ^ The China monthly review, Volume 67, J.W. Powell, 1933, p. 189.
  8. ^ The China monthly review, Volume 61, FJ.W. Powell, 1932, p. 142. URL consultato il 1º giugno 2011.
  9. ^ Violet Olivia Rutley Cressy-Marcks, Journey into China, E.P. Dutton & co., inc., 1942, p. 292. URL consultato il 28 novembre 2010.
  10. ^ Ella Maillart, Forbidden journey: from Peking to Kashmir, illustrated, Northwestern University Press, 2003, p. 53, ISBN 0-8101-1985-4. URL consultato il 28 giugno 2010.
  11. ^ American Asiatic Association, Asia: journal of the American Asiatic Association, Volume 40, Asia Pub. Co., 1940, p. 660. URL consultato l'8 maggio 2011.
  12. ^ Hartford Seminary Foundation, The Moslem World, Volumes 31-34, Hartford Seminary Foundation, 1941, p. 183. URL consultato l'8 maggio 2011.
  13. ^ American Asiatic Association, Asia: journal of the American Asiatic Association, Volume 40, Asia Pub. Co., 1940, p. 660. URL consultato l'8 maggio 2011.
  14. ^ Fenggang Yang e Joseph Tamney (a cura di), Confucianism and Spiritual Traditions in Modern China and Beyond, Volume 3 of Religion in Chinese Societies, illustrated, BRILL, 2011, p. 222, ISBN 90-04-21239-6. URL consultato il 24 aprile 2014.
  15. ^ Howard L. Boorman, Richard C. Howard e Joseph K. H. Cheng, Biographical dictionary of Republican China, Volume 3, Columbia University Press, 1970, p. 23, ISBN 0-231-08957-0. URL consultato il 28 giugno 2010.
  16. ^ Jonathan N. Lipman, Ethnicity and Politics in Republican China: The Ma Family Warlords of Gansu, Sage Publications, Inc., luglio 1984, JSTOR 189017.
  17. ^ Michael Dillon, China's Muslim Hui community: migration, settlement and sects, Richmond, Curzon Press, 1999, p. 104, ISBN 0-7007-1026-4. URL consultato il 28 giugno 2010.
  18. ^ BARRY RUBIN, Guide to Islamist Movements, M.E. Sharpe, 2000, p. 79, ISBN 0-7656-1747-1. URL consultato il 28 giugno 2010.
  19. ^ 甘、寧、青三馬家族世系簡表

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