L'M14/41 è stato un carro armato medio in dotazione al Regio Esercito dal 1941 al 1943, evoluzione del precedente M13/40: dal progenitore riprendeva l'architettura generale, l'armamento centrato sul pezzo 47/32 Mod. 1935, il sistema di sospensioni, introducendo però un migliore apparato motore e ponendo rimedio a piccoli difetti del progetto originale. L'M14/41 combatté principalmente sul fronte nordafricano e si rivelò un mezzo sì riuscito, ma entrato in linea con troppo ritardo. Ne furono concepite anche versioni specializzate, come carri centro radio, e sul suo scafo fu basata la seconda serie dei semoventi con pezzi da 75 mm corti. Alcuni esemplari furono catturati e reimpiegati dall'esercito tedesco dopo l'armistizio di Cassibile dell'8 settembre 1943.
Il carro M14/41 rappresenta l'evoluzione del M13/40. È nato nel 1941 per correggere le lacune del predecessore soprattutto nel settore del propulsore. Fu prodotto in 695 esemplari (ai quali si aggiungono 34 Centro Radio). Oltre alle varie versioni speciali, dal suo scafo sono stati derivati i semoventida 75/18.
In conseguenza dell'Armistizio di Cassibile, mentre altri carri italiani e soprattutto i semoventi venivano reimpiegati dai tedeschi, l'M14/41 fu utilizzato dalla Wehrmacht in un solo esemplare, designato PzKpfw M14/41 736(i). Fu impiegato più ampiamente invece dall'Esercito Nazionale Repubblicano, soprattutto nella lotta anti-partigiana.
Il carro M14/41 sostenne l'ultimo combattimento della guerra il 26 aprile 1945, quando 2 carri e 2 semoventi L40 del Gruppo Carri "M" Leonessa, del plotone carri al comando del sottotenente Arnaldo Rinetti, tennero in scacco per 3 ore i carri americani alle porte di Piacenza.[senza fonte]
Il carro è pressoché identico al suo predecessore M13/40, sia nella meccanica che nell'armamento. Lo scafo differiva per la forma della casamatta delle mitragliatrici binate, per i copricingoli estesi per tutta la lunghezza del carro e per la presenza sul lato destro delle rastrelliere porta-tanica. Inoltre il martinetto di sollevamento era fissato posteriormente, a sinistra del ruotino di rotolamento di scorta. La ragion d'essere di questo carro rispetto al predecessore è il nuovo più potente motore diesel, un Fiat-SPA 15T a 8 cilindri a V da 11980 cm³ raffreddato ad acqua, erogante 145 hp di potenza a 1900 giri/minuto. Il nuovo motore comportò nuove griglie del radiatore, con alette orientate parallelamente all'asse maggiore del carro, una delle poche differenze esteriori tra i due carri[2]. Venne introdotta una leva caccia-fango per la ruota motrice ed altri miglioramenti riguardarono l'impianto elettrico.
Identico anche l'armamento e la sua disposizione, con cannone 47/32 Mod. 1935 in torretta e mitragliatrice Breda Mod. 38 coassiale in torretta, un affusto binato per due altre Mod. 38 in casamatta e una quarta Breda installabile sul tetto della torretta in funzione antiaerea.
Versioni specializzate
M14/41 Centro Radio: oltre alla radio Magneti MarelliRF1 CA standard, era dotato di una RF2 CA. Le antenne erano montate sul lato sinistro dello scafo e, tramite una manopola, era possibile abbatterle dall'interno della camera di combattimento per permettere la rotazione della torretta su quel lato. Furono prodotti 34 esemplari di M14/41CR, che erano distribuiti in ragione di due mezzi per ogni comando di Battaglione. Dopo l'armistizio fu utilizzato dai tedeschi e ribattezzato Pz Bef Wg M41 771(i)
Carro Comando Semoventi M41: è una variante ottenuta per eliminazione della torretta dell'M14/41; l'anello della torretta è chiuso da un portello in quattro elementi. L'armamento è costituito da una Breda Mod. 31 da 13,2 mm in casamatta su supporto sferico al posto delle mitragliatrici binate, oltre alla solita Breda Mod. 38 per il tiro contraereo installabile sul tetto dello scafo. La dotazione era completata dalle due radio RF1 CA e RF3 M2. Questo carro comando, come gli analoghi M40 ed M42 rispettivamente su scafo M13/40 e M15/42, erano assegnati ai Gruppi semoventi, in ragione di due per il reparto comando, uno ciascuno per le due batterie semoventi ed uno di riserva.[3].
Esemplari superstiti
Sono attualmente conservati otto esemplari del carro armato[4], nessuno dei quali è meccanicamente funzionante:
^da Italian Medium Tanks in Action, Nicola Pignato, 2001.
^L'organico del Gruppo semoventi è formato da un reparto comando su 2 carri comando; da un reparto d'appoggio su 2 semoventi, un carro comando di riserva e 2 CV33 portamunizioni; da due batterie, ognuna su un carro comando e 4 semoventi da 75/18, da 75/34 o da 105/25. Fonte: Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale.
Gli autoveicoli da combattimento dell'Esercito Italiano, Volume secondo (1940-1945), Stato Maggiore dell'Esercito, Ufficio Storico, Nicola Pignato e Filippo Cappellano, 2002
I mezzi blindo-corazzati italiani 1923-1943, Storia Militare, Nicola Pignato, 2005
Italian Medium Tanks in Action, Nicola Pignato, 2001