Studentessa d'arte all'Evergreen State College di Olympia, iniziò a disegnare fumetti, che una volta notati da Matt Groening e John Keister, vennero pubblicati nel giornale del campus con il titolo Ernie Pook's Comeeks nel 1977. La serie venne successivamente pubblicata settimanalmente per trent'anni negli Stati Uniti e in Canada[1].
Autrice di 17 fumetti, scrisse anche due romanzi illustrati, tra cui The Good Times are Killing Me del 1988, che adattò per il teatro nel 1991[1]. Mio! Cento! Demoni!, un'autobiografia in cui mise in scena la sua infanzia e adolescenza le valse l'Eisner Prize per il miglior album, nel 2003, la prima donna a vincerlo.
Barry partecipò al fumetto femminista underground Wimmen's Comix[2].
(EN) Lynda Barry (intervista di Michael Dean), An Interview with Lynda Barry, in The Comics Journal n°. 296, Fantagraphics Books, febbraio 2009, p. 34-46.
Lynda Barry, Joff Winterhart e Stéphane Beaujan, Lynda Barry, création sous émotion, in Kaboom, n. 6, août-octobre 2014, p. 20-25..
(en) Hillary L. Chute, Materalizing Memory: Lynda Barry's One Hundred Demons, in "Graphic Women: Life Narrative and Contemporary Comics", New York, Columbia University Press, 2010 (ISBN 9780231150620), p. 95-134.
(en) Corey K. Creekmur, Barry, Lynda, in M. Keith Booker, "Encyclopedia of Comic Books and Graphic Novels", Santa Barbara, Grenwood, 2010, xxii-xix-763 p. (ISBN 9780313357466), p. 49-50.