Nel 1563 fu inviato come rappresentante del re di Spagna a Roma. Nel 1568 fu nominato luogotenente generale di Don Giovanni d'Austria durante la repressione della rivolta moresca a Granada e nel 1571 accompagnò don Giovanni d'Austria anche durante la campagna della Battaglia di Lepanto.
Nel 1572 Filippo II lo nominò governatore dello Stato di Milano[1]. L'anno seguente gli fu affidato il governo dei Paesi Bassi, succedendo così al Duca di Medinaceli, la cui politica repressiva, continuativa di quella del Duca d'Alba, non aveva raggiunto l'obiettivo di pacificare il paese, nonostante le ripetute vittorie riportate sui ribelli olandesi. Requesens ricevette precise istruzioni per i negoziati: doveva salvaguardare, a ogni costo, la sovranità del legittimo governante dei Paesi Bassi e l'ortodossia cattolica. Ma i buoni uffici di Requesens non evitarono la continuazione della lotta, a causa dell'ostinata opposizione dei ribelli. Già prima di partire per Bruxelles Requesens emanò una amnistia generale, abolì il Consiglio dei torbidi e delle imposte. Però questa manifestazione di buona volontà non ottenne risultati, soprattutto nelle province settentrionali, e nell'autunno del 1573 Requesens dovette ricorrere alle armi per imporre la sua autorità.
Nel febbraio del 1574 i ribelli avevano conquistato il porto di Middelburg, ma Requesens riportò una brillante vittoria sulle truppe di Luigi di Nassau a Mook, nella valle della Mosa, nella quale persero la vita i due fratelli di Guglielmo d'Orange. A questo punto mancarono i soldi per pagare i soldati spagnoli e Requesens si vide costretto a cercare un accordo con Guglielmo d'Orange con la mediazione dell'imperatore Massimiliano II. I colloqui si svolsero a Breda, ma i negoziati non portarono a nulla di fatto. Requesens dovette riprendere la lotta ma le truppe spagnole si ammutinarono perché non erano state pagate e così le operazioni militari si bloccarono per un anno.
Requesens morì improvvisamente a Bruxelles il 5 marzo 1576 e fu sostituito nel governo dei Paesi Bassi, ormai nel caos, da Don Giovanni d'Austria.
Famiglia e titoli
Nacque a Barcellona da una famiglia nobile e fu educato da un precettore gesuita, Juan de Arteaga y Avendaño, che era stato uno dei primi discepoli di Sant'Ignazio di Loyola. Quando suo padre, don Juan de Zúñiga y Avellaneda, secondogenito del Conte di Miranda, fu nominato precettore del principe don Filippo all'inizio del 1535, Luis de Requenses fu nominato paggio di don Filippo, per cui ricevettero la stessa educazione per tutto il tempo che rimasero insieme.
Dopo la morte nel 1576, il corpo di Requesens fu trasportato a Barcellona, sua città natale, e fu sepolto nella tomba di famiglia, nella cappella annessa al Palau Reial (palazzo della famiglia Zúñiga y Requesens).
Diego López de Zúñiga y Guzmán, I conte di Miranda
Pedro López de Zúñiga y García de Leyva, I conte di Ledesma
Isabel de Guzmán y Ayala, III signora di Gibraleón
Pedro de Zúñiga y Avellaneda, II conte di Miranda
Aldonza de Avellaneda Aza y Fuente-Almejír
Juan de Avellaneda, alfiere maggiore di Castiglia
Constanza Ramirez De Arellano
Juan de Zúñiga Avellaneda y Velasco
Pedro Fernández de Velasco y Manrique de Lara, II conte di Haro
Pedro Fernández de Velasco y Solier, I conte di Haro
Beatriz Manrique de Lara y Castilla
Catalina de Velasco
Mencía de Mendoza y Figueroa
Íñigo López de Mendoza, I marchese di Santillana
Catalina Suárez de Figueroa, signora di Torija
Luis de Zúñiga y Requesens, IV conte di Palamós
Galcerán de Requesens, I barone di Molins de Rey
Luis de Requesens, signore di Altafulla e La Nou
Constança de Santa Coloma
Lluis de Requesens y Joan de Soler, II conte di Palamós
Isabel Joan de Soler
…
…
Estefania de Requesens, III contessa di Palamós
Joan Roís de Liori, barone di Riba Roja
Sanc Rois de Liori, visconte di Gagliano
Ramoneta de Centelles y de Riu-sec
Hipòlita Roís de Liori y de Montcada
Beatriz de Montcada y de Vilaragut
Pedro de Montcada y de Luna, signore di Villamarchante
Juana de Vilaragut
Note
^"Luis de Requeséns è governatore di Milano in anni nei quali lo scontro di giurisdizione tra il cardinale Borromeo e le istituzioni spagnole è assai aspro. Egli cerca di mettere ordine soprattutto nella disastrosa amministrazione della giustizia": Aurelio Musi, L'impero dei viceré, Il Mulino, 2013, p. 106. Del resto, in merito alla questione delle decime del clero, già "ai primi del 1572, Luis de Requesens, in procinto di recarsi a Milano per assumervi il governo dello Stato, dovette ascoltare le lagnanze del pontefice su questo e sugli altri problemi giurisdizionali aperti": Massimo Carlo Giannini, L'oro e la tiara. La costruzione dello spazio fiscale italiano della Santa Sede (1560-1620), Il Mulino, 2009, p. 100.
Bibliografia
Cajal Valero, Arturo. Revista General de Marina. Novembre 2006, pp. 601 a 608.
Canosa, Romano. La vita quotidiana a Milano in età spagnola, Longanesi, Milano 1996.
Canosa, Romano. Storia di Milano nell'età di Filippo II, Sapere 2000, Roma 1996.
March, José Mª. El Comendador Mayor de Castilla. Don Luis de Requeséns, en el Gobierno de Milán, 1571–1573. Ministerio de Asuntos Exteriores, Madrid, 1943.
March, José Mª. La Batalla de Lepanto y Don Luis de Requeséns, Lugarteniente General de la Mar. Ministerio de Asuntos Exteriores, Madrid, 1944.
Martínez-Valverde y Martínez, Carlos. Enciclopedia General del Mar. Garriga, Madrid, 1957.
Ricci, Vittorio. La Monarchia Cattolica nel governo degli Stati Italiani. Il ruolo dei fratelli Luis de Requesens e Juan de Zúñiga, cavalieri di Santiago. Francesco Ciolfi Editore, Cassino maggio 2011.