Luciano Bausi
Luciano Bausi (Firenze, 14 giugno 1921 – Firenze, 20 febbraio 1995) è stato un politico e avvocato italiano. BiografiaLuciano Bausi nacque a Firenze il 14 giugno 1921. Dopo la laurea in giurisprudenza iniziò la professione forense; partecipò alla Seconda guerra mondiale. Iniziò la carriera politica nel 1960 come consigliere comunale dapprima indipendente delle liste della Democrazia Cristiana, successivamente militò definitivamente nelle sue file, divenendo assessore all'urbanistica e al patrimonio con i sindaci Giorgio La Pira, Lelio Lagorio e Piero Bargellini. Divenne sindaco di Firenze dal 1967 al 1974, periodo nel quale si trovò a dover gestire il difficile periodo del “dopo alluvione”.[1] Proseguì la sua carriera politica a livello nazionale, divenendo senatore nel 1976; nel 1979 venne rieletto e confermato nel 1983. Dal 1983 al 1987 fu sottosegretario al Ministero di Grazia e Giustizia, lasciando l'attività politica nel 1992. Durante il suo impegno parlamentare, partecipò alla stesura della legge sull'equo canone e a molte commissioni parlamentari: Commissione bicamerale di vigilanza del Parlamento, Commissione parlamentare d'inchiesta sul “caso Moro” e della bicamerale sul terrorismo in Italia, della Loggia P2, si interessò al problema delle carceri (portò al carcere di Pianosa il Maggio Musicale Fiorentino e Madre Teresa di Calcutta); fu inoltre membro della Commissione di vigilanza sulla Rai Radio televisione; poco prima della sua morte fu nominato membro della Commissione che doveva indagare sul caso della Banca Nazionale del Lavoro di Atlanta (USA).[1] Nella città di origine fu molto attivo, al vertice di importanti sodalizi, come l'Unione Fiorentina[2] di cui fu presidente per un ventennio dal 1975 e l'Antica Compagnia del Paiolo; fu presidente del Conservatorio delle Mantellate e della Accademia di belle arti fino alla sua scomparsa; inoltre si adoperò soprattutto negli ultimi anni per la costituzione in museo della Casa di Dante. Morì a Firenze il 20 febbraio 1995.[1] ArchivioIl Fondo di Luciano Bausi[3] è stato depositato dai figli presso l'Archivio di Stato di Firenze. Note
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