Lorenzo FavaLorenzo Fava (Nocera Inferiore, 20 maggio 1919 – Verona, 23 agosto 1944) è stato un ufficiale e partigiano italiano, Croce di Guerra al Valor Militare, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria. BiografiaFiglio di un lendinarese, Lorenzo Fava nacque a Nocera Inferiore nel 1919. Si trasferì con la famiglia a Lendinara e, completate le scuole medie, si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Padova. Alla fine del 1940 si arruolò negli alpini e frequentò un anno di corso presso la Scuola allievi ufficiali di Bassano del Grappa prima di essere inviato in Montenegro con il grado di Sottotenente. In tale occasione si guadagnò la Croce di Guerra al Valor Militare grazie alla conquista di quota 852 il 5 maggio 1942. Tornò in patria nel 1943 e dopo l'armistizio si diede alla macchia diventando parte delle prime formazioni partigiane venete. In seguito entrò a far parte dei GAP di Verona e compì diverse azioni di sabotaggio come diverse interruzioni con ordigni esplosivi della linea ferroviaria Verona-Brennero, un ordigno esplosivo nella vetrina di propaganda in via Mazzini e il sabotaggio dell'impianto telefonico in Valdonega. Partecipò alla liberazione di Giovanni Roveda dal Carcere degli Scalzi di Verona il 17 luglio 1944. In tale occasione rimase ferito con lui anche il partigiano Danilo Preto che morì alcune ore dopo. Lorenzo Fava venne catturato e torturato invano per avere informazioni sugli altri gappisti e sui loro nascondigli. Venne quindi ucciso ma non è certa la data di morte[1]. Secondo la ricostruzione di “Verona libera” del 18 luglio 1945 Attilio Gasperini, vice-custode del cimitero, affermò che il 23 agosto 1944 le SS scaricarono da una camionetta il corpo ancora sanguinante di un uomo di nome Lorenzo Fava che dissero essere stato trovato morto a seguito di colpi d'arma da fuoco nel recinto Forte Procolo[2]. Le esequie funebri ebbero luogo il 29 luglio 1945. Dopo la morte l'Università di Padova, gli conferì la laurea “ad honorem” e venne decorato con la Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria[3]. Onorificenze«Entrato fra i primi nel movimento partigiano, servì la Causa con intelligenza, coraggio ed abnegazione. Profondo nel pensiero, quanto audace nell’azione, ideò e portò a termine numerosi colpi di mano ed atti di sabotaggio. Gravemente ferito durante l’attacco alle carceri di Verona per la liberazione di un noto prigioniero politico colà detenuto, fu catturato e sottoposto alle più crudeli torture che non valsero a piegarlo. Gli stessi nemici rimasero stupefatti di tanta forza morale, ma il loro odio ebbe il sopravvento sull’ammirazione e decisero di sopprimerlo. Fu segretamente trucidato e la sua sublime morte fa di lui la più luminosa figura del movimento partigiano veronese.»
— Verona, 17 luglio 1944. «Comandante di plotone fucilieri, conduceva con decisione e sprezzo del pericolo i suoi uomini all'attacco di una forte posizione avversaria. Lanciatosi all'assalto alla testa dei suoi alpini, li guidava col suo valoroso esempio al successo.»
— Quota 825 di Miksie (Balcania), 5 maggio 1942 Monumenti e lapidi
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