Joseph Davranche, un amico del narratore, racconta la storia di un pover'uomo il cui ricordo lo angoscia fin dalla fanciullezza.
Da bambino Joseph viveva a Le Havre con il padre Philippe, la madre Clarisse, e due sorelle in attesa di un auspicato matrimonio. I suoi non erano ricchi e mantenevano con difficoltà un certo decoro piccolo-borghese soprattutto durante l'unico svago familiare: la passeggiata domenicale sul molo del porto cittadino. In famiglia si faceva affidamento sul ritorno in patria dello zio Jules, un fratello del padre che era emigrato negli Stati Uniti in gioventù e che, nelle lettere al fratello, raccontava di aver fatto fortuna.
Un bel giorno, per festeggiare il fidanzamento di una delle figlie, la famiglia programmò una gita all'isola di Jersey; sulla nave l'attenzione del padre fu attratta da un vecchio marinaio lacero che vendeva frutti di mare ai passeggeri: somigliava a Jules e una rapida indagine col capitano della nave confermò il sospetto. L'egoismo e il rispetto umano suggerirono ai genitori la decisione di allontanarsi e prender ogni precauzione per evitare di essere riconosciuti dal congiunto povero.
Edizioni
Guy de Maupassant, «Mon oncle Jules». In: Miss Harriet, Paris: Victor-Havard, 1884, pp. 295-313
Guy de Maupassant, Miss Harriet, nouvelle ed. revue, Paris: Ollendorff, 1894
Guy de Maupassant, Racconti della beccaccia; Miss Harriet; prefazione di Gilbert Sigaux; illustrazioni originali di Claude Hermann, Ginevra: Edito-Service, 1971
Guy de Maupassant, «Zio Jules». In: Tutte le novelle e i racconti; a cura di Lucio Chiavarelli; introduzione generale di Giacinto Spagnoletti; Collezione I mammut 81, Roma: Grandi Tascabili Economici Newton, 2005, pp. 606-10, ISBN 88-541-0440-X
Mario Bonfantini, «Zio Jules (Lo)|Mon oncle Jules». In: Dizionario Bompiani delle Opere e dei Personaggi, di tutti i tempi e di tutte le letterature, Milano: RCS Libri SpA, 2006, Vol. XI, pp. 11197-98, ISSN 1825-7887 (WC ·ACNP)